Pagina:Oriani - Vortice, Bari, Laterza, 1917.djvu/141

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ste a prenderti; e quanto ai debiti, aspetterò che si ammazzino prima i creditori. Se io non ho quattrini per pagarli, mi pare che nell’imbarazzo ci siano essi.

Si rise.

Romani non rispose.

— La gente si ammazza, perchè la società è in isquilibrio, — sentenziò Montalti.

— Si è sempre ammazzata in tutti i tempi, dev’essere una malattia.

— Colpa di non credere in Dio; la nostra vita ha il suo scopo altrove.

— Quale? — domandò Romani al maestro.

— Quale? — ripeterono ad una voce Cavina e Montalti.

— Dio..., — cominciò il maestro.

— Non deve aver parlato molto chiaro, — interruppe sorridendo il padrone, — perchè si discute ancora su quello che ha detto. Fatto sta che, quando la gente sta male, se ne va; non c’è altro di evidente. Nessuno può dire che non si ammazzerà... le circostanze sono tante!

Tutti si arrestarono perchè, pochi mesi prima, l’altro suo socio nel caffè si era appunto suicidato con un colpo di rivoltella alla tempia destra.

Però Montalti, che voleva sempre dire l’ultima parola scientifica, propose il problema:

— Quale categoria di persone dà minor contingente al suicidio?

— I preti, perchè stanno meglio di tutti, — si affrettò a rispondere il padrone.

— I milionari, — ribattè Montalti, con quell’acre accento d’invidia, proprio a quasi tutti i socialisti quando parlano di signori.