Pagina:Ortiz - Letteratura romena, 1941.djvu/153

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Allora non avrei errato
per tante strade perdute,
e anche voi avreste ora a casa
un bastone per la vostra vecchiaia!

Mi sarei sposato, quando avessi finito
il mio servizio all’Imperatore,
la mia casa ora sarebbe come le altre,
e tutto il villaggio mi renderebbe onore.

Quanti anche tu avresti
nipoti a dirti: «Nonno!»
Racconteresti loro fior di leggende
col Reuccio e la Reginotta.

Invece, vecchi miei, passate il tempo
pregando la Vergine Immacolata,
e piange la mamma nel libro della messa
e il babbo piange nella barba!

(Trad. di Ramiro Ortiz).


Recensioni piene di buon senso e di spirito critico acuto e combattivo scrisse nel «Semănătorul» il critico transilvano Ilare Chendi (1872-1913). Oltre il Sadoveanu, presero parte al movimento del «Semănătorul» i novellieri Emil Gârleanu (18781914) rievocatore della vita patriarcale ed orientale degli antichi «boieri» nel volume intitolato «Bătrânii» (I vecchi) e della vita degli animali in «Din lumea celor ce nu cuvântă» (Dalla vita di quelli che non parlano), Ioan Agârbiceanu (n. 1882), autore di romanzi dalla tendenza un po’ predicatoria (l’autore è prete ortodosso) sulla vita della borghesia transilvana; Gala Galaction (pseudonimo di Grigore Piscupescu, prete anche lui) nato il 1879, il cui misticismo spesso inquinato di sensualismo interessa per una potente nota di sincerità che ci rivela un’anima ardente e in perpetua lotta con sè stessa; Ioan Dragoslàv (morto nel 1928) che nelle sue novellette e leggende in istil popolare si rivela seguace del Creangă, dalla perfezione di stile del quale resta però molto lontano; il poeta Panait Cerna (1881-1913) che ne’ suoi poemetti filosofici riprese la tradizione eminesciana; e qualche altro scrittore di secondaria importanza.


Da «Due Amori» di Ioan Agârbiceanu.


IL RICHIAMO DELLE COSE.

Il giorno della partenza pareva che qualcuno gli avesse tolto l’allegria. Guardava con degli occhi che il popa non gli aveva mai veduti in vita sua,