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Pausa e fumo.

— Dite!

— I vagabondi (non è vero?) si sotterrano a spese del Comune.

— Sì, a spese del Comune — rispose il signor Podestà molto incuriosito.

— E a qual somma, presso a poco, ammonta il totale delle spese per le esequie di tali individui?

— Che ve ne importa a voi?

— Me ne importa. A qual somma?

II Podestà mi disse una somma fantastica per la mia povertà. Sorrisi.

Si sarebbe potuto viver benino con quella somma per parecchi mesi.

— Ed ora ecco l’affare che vi propongo.

— Sentiamo!

— Se io mi suicidassi, bisognerebbe che voi mi faceste seppellire a spese del Comune. È vero o non è vero?

Il Podestà protestò di nuovo:

— Finitela una buona volta, caro signore!

— Come finirla, se voi non mi rispondete? È vero o non è vero che sarei seppellito a spese del Comune?

— Certo, se voi non avete nessuno che...

— Bene. L’affare è questo: io consento a vivere, se voi mi fate pagare dal cassiere la somma che dovreste spendere per il funerale di un vagabondo di prima classe. Giacché io sono un vagabondo d’eccezione... In ultima analisi, potrei cointeressarvi all’affare...

— Osate ripetere! — e cominciò ad agitarsi sulla seggiola.

— Pensateci bene, signor Podestà; se mi suicido, avrete molto filo da torcere: processo verbale, cassa da morto, carro funebre, corona di fiori, discorsi... invece così come vi dico io è semplicissimo: mi fate pagare dal cassiere la somma che dovreste spendere in tutte queste stupidaggini, ed io non mi suicido più...

Il Podestà barcollò come se qualcuno gli avesse assestato un pugno poderoso al cervelletto. Poi divenne livido, aggrottò le sopracciglia... in una parola prese in tutti i particolari l’aspetto di un uomo completamente uscito fuor dei gangheri. E cominciò a urlare:

— Voi siete pazzo! Fuori! Fuori! FUORI!

· · · · · · · · · · ·

Seguì una scena incomprensibile. Confesso di avere una memoria di ferro, ma non posso ricordare come mi son trovato in istrada! Ma quanto ad arrivarci, c’ero arrivato. E, senza alcun dubbio, molto velocemente. Mentre un vecchio signore compassionevole mi puliva il vestito dalla polvere — giacché si vede che avevo sceso le scale in posizioni diverse — m’accorsi che dicevo ad alta voce:

— Non capisco perchè ci debbano essere al mondo uomini tanto nervosi!

(Trad. di Ramiro Ortiz).


Damian Stanoiu, efficace rivelatore di certi aspetti comici dei monasteri ortodossi romeni, ha scontato il gran successo de’ suoi primi volumi, dei quali il primo («Monaci e tentazioni») fu premiato dall’«Accademia Romena», il secondo («I fastidii