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di padre Gedeone») dalla rivista parigina «Foemina»; con una attitudine sempre più riservata della critica verso le sue ultime produzioni, accusate, talvolta a torto, di prolissità nei lunghi discorsi d’argomento e stile ecclesiastico, nei quali invece consiste tutto il sapore del suo comico, che sprizza apunto dal contrasto tra quel linguaggio arcaico, solenne, tutto citazioni bibliche e sentenze evangeliche, e gli argomenti banali e non sempre edificanti che ne forman la materia. Certo, a furia di batter sullo stesso chiodo, e data la ristrettezza e l’uniformità dell’ambiente monacate, dal quale, pur avendolo tentato, non ha saputo evadere che per darci quadretti gustosi di vita contadinesca: lo Stămoiu ha finito coll’esaurime le risorse; ma, ciò non di meno, i primi volumi e molte altre pagine anche degli ultimi (come p. es, in quelle dei «Discepoli di Sant’Antonio», in cui i monaci di un monastero si propongono durante la quaresima di far digiunare anche gli animali colle conseguenze che si posono agevolmente immaginare, mentre essi stessi finiscono col lasciarsi tentare dalla gola) rappresentano una gustosa e bonaria satira della vita monacale che interessa e diverte. Pagine riuscite si trovano anche in «Fete și văduve» («Ragazze da marito e vedove») in cui i contadini sono — come talvolta nel Brăescu — visti nei loro lati comici, non idealizzati, come appaion di solito nella letteratura romena, specie degli autori appartenenti alla corrente del «Semănătorul» (1).
Damian Stănoiu. Dal romanzo «Il Confessore delle monache».
LE MONACHE SI PRENDON GIUOCO DI PADRE MACARIO,
LORO CONFESSORE.
La conversa di Suor Eudossia entrò all’improvviso, come una folata di vento, nella cella di Padre Macario, con un piatto ravvolto in un tovagliuolo, e s’inginocchiò davanti al confessore.
- ↑ Opere: Monaci e tentazioni. Bucarest, «Cartea Româneasca», 1928. — I fastidii di Padre Gedeone. Bucarest, «Cartea Româneasca, 1928. — Il confessore delle monache. Buc., ibid., 1929. — L’elezione della badessa. Buc., «Cugetarea», 1930. — Il corteo della Fortuna. Buc., «Cugetarea», 1931. — Ragazze e vedove. Buc., «Cugetarea», 1932. — Il pentimento del Padre Guardiano. Buc., «Cartea Românească», 1932. — Camere mobiliate. Buc., «Cartea Românească», 1933. — I discepoli di Sant’Antonio. Buc., «Cartea Românească», 1933. La produzione dello Stănoiu è molto abbondante, ma queste son le opere che contano. Su questo scrittore romeno si vegga ora il diligente studio di Gino Lupi, Damian Stănoiu. Milano, «La Rassegna Italo-Romena», 1940.