Pagina:Ortiz - Letteratura romena, 1941.djvu/181

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— Reverendo Padre, datemi la vostra benedizione e perdonatemi se son venuta a quest’ora... che forse Vostra Potemità sarà stanco...

— Non fa nulla, suor Nizza, chè nelle cose dello spirito non è la stanchezza che può esser causa di dannazione, ma la pigrizia e il sonno. Non mi dispiace d’esser destato all’improvviso e non esito neppur nel cuor della notte ad aprir la porta della mia cella, se qualcuno batte ad essa per motivi spirituali; giacché esistono spiriti notturni che turbano i pensieri e portan tentazioni; e il confessore verbigrazia, dev’esser pronto ad ogni istante a prestare il suo soccorso a tutti coloro che cercano il porto senza tempeste.

Suor Nizza scoperse il piatto.

— Guardi, reverendo Padre, Suor Eudossia vi manda qualche fetta di torta, perchè la vostra paternità se ne consoli.

Padre Macario rivolse uno sguardo interrogativo a Suor Anna.

— Accettatela, revendo Padre — l’incoraggiò Suor Anna — chè non è bene rifiutare i doni delle monache. Ne riceverete degli altri. Basta che abbiate stomaco buono.

Il vecchio palpò una delle fette, sempre più rischiarandosi nel volto, poi impartì alla torta la benedizione e le dette un morso.

— Sarebbe a dire, è ripiena di formaggio?

— Di formaggio, revendo Padre.

— Bene, suor Nizza. Dirai a Suor Eudosia che la ringrazio e che non certo per tentazione degli occhi nè per avidità dello stomaco ho accettato il dono della sua santità; ma perchè non si conviene rifiutar l’amor del prossimo. Sai che è proprio gustosa? Tieni, Suor Anna!

E porse il piatto vuoto alla conversa addetta al suo servizio.

Ma Suor Nizza non aveva finito. Si rovistò le tasche e ne trasse fuori una bottiglina di Cointreau.

— Ecco, reverendo Padre, anche questo vi manda Suor Eudossia.

Il vecchio restò colla mano in aria che teneva ancora stretto fra le dita un pezzo di torta e rivolse di nuovo uno sguardo interrogativo a Suor Anna, che strinse forte le mascelle per non iscoppiar dalle risa.

— Accettala, reverendo Padre, chè questa è una bevanda dolce che non fa male affatto... ed è molto indicata contro i raffreddori. Non è vero, Suor Nizza?

La conversa addetta al servizio di Suor Eudossia capì e represse a stento una risata:

— Proprio così, revendo Padre,...s’è accorta Suor Eudossia, mentre la confessavate, che la voce vostra era un po’ rauca...

Il confessore prese la bottiglina e la guardò con attenzione, facendola girar tra le dita e sforzandosi a capir qualche parola dell’etichetta francese.

— Sarebbe a dire, è buona contro il raffreddore?

— È buona, reverendo Padre.

— Se così è, sarebbe a dire, è giunta a tempo. Chè anche la gola, quando è malata, ha bisogno di medicine e così Suor Anna, poveretta, non sarà obbligata a prepararmi una farinata di latte, uova e zucchero.

La conversa del confessore portò un cavatappi e stappò la bottiglina. Padre Macario gustò un sorso e parve soddisfatto.

— Non è vero, revendo Padre, che accarezza la gola?

Padre Macario bevve un altro sorso.

— È vero, ma ho paura che, per quanto dolce e carezzevole, non sia anche inebbriante... chè in tal caso, sarebbe a dire, il raffreddore passerebbe ma Satana danzerebbe.