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Pagina:Ortiz - Letteratura romena, 1941.djvu/184

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Di luglio il giardinetto è silenzioso;
sui grandi rosai si radunati l’api,
penzolan rossi i grappoli del ribes
e nei viali è una cara pace.

Un nido di ricordi è la casetta mia:
e un sogno sussurra al cuore, carezzevole:
— «Se torni a varcar la vecchia soglia,
resta con noi, fanciullo, eternamente.

(Trad. di Ramiro Ortiz).


Di Corneliu Moldovanu abbiamo già parlato. Diamo qui per intero la poesia «La Principessa» che appartiene alla fase «seminatorista» che ci par la migliore del nostro poeta:


LA PRINCIPESSA.

di Corneliu Moldovanu

Nell’ombra si sprofonda la corte boìeresca,
s’odono ai cancelli cader le saracinesche,
nelle sale le fiaccole si spengono ad una ad una,
ed i servi cominciano a sonnecchiare.

Cade dall’alto dei cieli il pio don della pace,
s’addorme la natura in sogni luminosi,
ma alla finestra della torre che s’apre sul giardino
una principessa piange col capo tra le mani.

Violenta è la passione d’un cuore innamorato,
crudele è del genitore l’inflessibile volontà:
attraverso il velo delle lagrime le par vedere un calesse
salir lento la via del monastero.

(Trad. di Ramiro Ortiz).


La poesia di Gheorghe Talaz (Gheorghe Antonescu), pur essendo anch’essa più epica che lirica, ha un accento nuovo, per cui entra a far parte della poesia contemporanea. Sia che descriva l’origine, la vita e la morte di una sorgente («Cantico d’una sorgiva»), che, dopo mille affannose avventure si perde nella gran pace del mare, dove però non è più sè stessa; sia che descriva «Il sonno della serpe», che dormendo succhia il tossico che le stilla dai denti e diventa sempre più velenosa, mentre, al disopra del suo nascondiglio sotterraneo, «ode» (e ne sente l’«urto sul capo») come «passa veloce il fremito della vita»; sia che racconti («Sole») come, dopo aver sfaccettato un dia-