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Poeta lirico, autore drammatico, intenditore d’arte raffinato, Adrian Maniu, che pur conosce la vita, ha la rara prerogativa di aver conservato gli occhi e il sorriso di un bambino, di quel divino bambino ch’è il poeta. Perciò a me sembra che le qualità esseziali della sua poesia siano — ad onta di tutte le sue pose (e non son poche) — la freschezza, l’ingenuità e la grazia:

Sorge la luna d’argento
leggera come un soffione.
Sfaldati, luna, in nuvole
e semina stelle.
Quando i galli canteranno,
verrà il mio amore
coi denti stretti,
cogli occhi in pianto
e una collana di turchesi.

(Trad. di Ramiro Ortiz).


Di G. Bacovia, precursore della poesia «crepuscolare» del Balthasar, poeta della pioggia e della noia provinciale («Piombo»), spesso monotonamente lamentoso, ma originalissimo, riporteremo questo «Crepuscolo invernale», veramente suggestivo:

CREPUSCOLO INVERNALE

di G. Bacovia

Crepuscolo d’inverno, scuro, di metallo,
pianura bianca — circolo immenso — ,
battendo l’ali, un corvo silenzioso viene dal fondo,
tagliando l’orizzonte diametralmente.

Gli alberi rari sotto la neve sembran di cristallo,
appelb di sparizione mi sorbono,
mentre silenzioso torna lo stesso corvo,
tagliando l’orizzonte diametralmente.

(Dal volume «Piombo». Trad. di Ramiro Ortiz).


Con Camil Balthasar entriamo in piena poesia modernista. Dopo alcune poesie di sanatorio («Vespri») a base di bianche suore di carità e di stecchettiani tisici morenti, (che però l’han subito imposto all’attenzione dei critici e dei colleghi per la novità degli atteggiamenti e delle immagini), si è affermato come uno dei più originali poeti nei «Flauti di seta» e nelle «Ricon-