Pagina:Ortiz - Letteratura romena, 1941.djvu/60

Da Wikisource.

— 60 —

I.


Dal «Discorso sulla questione agraria» di Mihail Cogalniceanu.

Oh, movetevi a pietà di tre milioni di cittadini, che, colle loro donne e bambini, benché tenuti fuori ed estranei alle nostre discussioni, han gli occhi fissi alla Collina della cattedrale (1) come al sole della redenzione, e tendon le mani verso di voi!

Oh, non vogliate lesinare la zolla di terra necessaria all’alimentazione del contadino. Pensate ai dolori, alle sofferenze, alla miseria del loro passato. Pensato all’origine delle vostre ricchezze e ricordatevi che in gran parte le dovete alle loro fatiche ed ai loro sudori. Considerate che i loro padri han combattuto accanto ai nostri per la salvezza della Patria e dell’Altare. Pensate che domani potrebbe sonar di nuovo l’ora del pericolo e che, senza di essi, non potreste difender nè la patria nè le vostre ricchezze e diritti e che una volta disfatti i nostri eserciti, non sareste che servi degli stranieri, mentre oggi siete alla testa della Rumania, di una nazione libera e autonoma. Ricordatevi che, in tempi d’occupazione straniera, molti di noi passavano i confini e riparavano all’estero, ma i contadini restavano e ci guardavan le terre, le sostanze. Considerate qual fosse la sorte dei nostri disgraziati contadini in quei tristi tempi!

Ricordatevi che essi e loro donne eran trattati come bestie da lavoro, aggiogati ai carri dei Russi e che le pianure della Dobrogia e della Bulgaria biancheggiano ancora delle ossa di migliaia di contadini romeni!

Oh, movetevi a pietà di loro, movetevi a pietà della nostra patria.

Oh perchè non sorge tra di voi qualcuno dei discendenti degli antichi Principi romeni o dei compagni di lotte di Stefano il Grande o di Michele il Bravo, di Scerban Cantacuzino o di Grigore Chica per mettersi a capo della grande riforma, innalzando la bandiera dell’emancipazione dei contadini, come han fatto in Ungheria i discendenti di Zriny e di Bathiàny, in Russia le più belle e nobili figure dell’aristocrazia tedesca, come per esempio il Principe di Hardenberg, e che, persino in Russia, tra i promotori di una consimile riforma vediamo i rappresentanti della più antica e autentica nobiltà moscovita!

Oh, se Dio volesse aver pietà di questo paese e intenerire i cuori induriti!

Perchè non ho io l’eloquenza necessaria per far sì che il mio pensiero trionfi delle idee egoiste, dei timori infondati, degli interessi meschini, sì che questa riforma così grande e così nazionale si decida non con lotte parlamentari di partiti, con una qualsiasi maggioranza, ma accettata da tutti con voto unanime del Parlamento Romeno?...

...Non crediamo, Signori, di poter seppellire con un voto il diritto dei contadini.

No, o Signori, la giustizia non muore; come il corpo di Gesù potrà esser seppellita, ma risorgerà!...

(Trad. di Ramiro Ortiz).

  1. «Dealul Mitropoliei», collinetta dove, dirimpetto alla Metropolia o Chiesa Cattedrale, sorge a Bucarest la Camera dei Deputati.