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UN SOL DESIDERIO MI RESTA...


Se, tra non molto, m’addormenterò
nella notte dell’oblìo,
portatemi a seppellire in silenzio
sulla riva del mare.

Non voglio ricco feretro,
fiaccole nè bandiere,
ma intrecciatemi un letto
di teneri rami.

Mi sia lene il sonno,
e il bosco accanto,
risplenda un ciel sereno
sullo specchio dell’acque;

dell’acque che in profondo dolore
s’ergon contro le sponde
e appendersi vorrebbero agli scogli
con braccia di flutti;

e s’innalzano, ricadono,
e mormorano sempre,
mentre sui boschi d’abeti
scivola la luna.

E che nessun superstite
mi pianga al capezzale,
ma dia voce la morte
al secco fogliame;

lieve passi nel vento
la Sapientissima
e il sacro tiglio versi
fiori su me.

Poi che non sarò più ramingo
di quel giorno in poi,
e pietosi mi seppelliranno
i miei ricordi,

e gli astri d’argento, che sorgono
nell’ombra dei rami d’abete,
torneranno allora a sorridermi
e ad essermi amici.

Poi che sapranno che non soffro più
del dolore del mondo,
mentre cresceran le Rane
sul mio sepolcro ignoto.

(Le «Poesie» di M. Eminescu. Trad. di
Ramiro Ortiz con Intr. e Note. Firenze,
Sansoni, 1929).