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A questa poesia così originale e suggestiva pur essendo intessuta di motivi catulliani e ronsardiani («De l’éléction de son sépulcre») faremo seguire la traduzione di un meraviglioso episodio di un poemetto intitolato «Călin», in cui si descrivono le nozze dei piccoli esseri che popolan la foresta durante il festino nuziale di «Călin» colla misteriosa figlia dell’Illusione e della Fantasia:

CĂLIN.

...Se passi i boschi di rame, tu vedrai di lontano
un altro bosco d’argento al vento sussurrare.

Ivi, accanto alla sorgente, l’erba pare di neve,
fiori azzurri di rugiada brillan nell’aria imbalsamata.

Par che i tronchi secolari ninfe ascondan sotto la scorza,
che sospirin tra i rami con lor voci d’incantesimo;

e, tra il poetico intrico della selva d’argento,
vedi fonti cristalline tra le pietre luccicare.

Scorrono fresche in onde rapide e sospiran tra i fiori,
mentre in dolce trotto scendon dalla costa dirupata;

saltano in fluidi spruzzi sulle rocce del lor letto,
poi s’allargano in bacini, su cui la luna si riflette.

Mille farfalle azzurre, mille biondi sciami d’api
scorron, lucidi ruscelli, sui fior stillanti miele

ed empion l’aria estiva di profumo e di freschezza
le sussurranti danze d’un popolo di mosche.

Accanto al lago che in tremolio lene ondeggia,
una gran mensa è imbandita da mille fiaccole illuminata,

poiché Re e Regine dai quattro cardini del mondo
son venuti a ornar le nozze della sposa gentile,

con Reucci dalle chiome d’oro, draghi dalle scaglie d’acciaio
indovini che leggon nelle stelle, ed il giocondo Pépele(1).

Nel gran trono sprofondato, ecco il Re, il vecchio suocero (2)
colla barba pettinata e sul capo la corona.

  1. Personaggio della mitologia popolare che, insieme con Tândală e
    Păcală, suoi degni compagni, rallegra eolie sue sciocchezze e buffonerie
    (non prive di accenti satirici) i conviti dei Re.
  2. Alla lettera: il suocero maggiore e cioè il padre della sposa, per distinguerlo dal suocero minore, ch’è il padre dello sposo.