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Per la populatione e dominio di Valacchia fù primo capo il detto il Negrul, che, costeggiando la parte montana Radule della Valacchia, si portò in Campo Longo ed altri forti siti come esercitò la pitta (sic) dell’edificio di più monasterii, essendo sepolto in quel nominato...... Argeș.

Si prega ogni maggior possibile succinto lume di questo Negrul, delli suoi natali e gesti, il di lui ritratto, che è in tutti li monasterii.

Si vorrebbe sapere se è vero, che tutta la Valachia di là dalla Dumboviza fosse abitata da Tartari, quando regnava il Negrul.

Si desidera il cattalogo delli nomi di tutti li prencipi, Questo si fà. Vaivoda di Valacchia dal Negro sino al moderno. L’effigie del sudetto Negro, Col suo tempo, e trovandosi pittore, si farà. dell’altro famoso nemico de Turchi, di quello si rese tributario della Porta, del Serbano e del moderno Brancovanu; onorando di dare in compendio quelle maggiori notitie, che possono comprobare questa continuatione di discendenza di popolo romano, aducendo memorie, deduttioni, usi et altre particolarità a noi non note per le stampe, e del principio di questo principato fattosi da una natione abbandonata e negletta in altri tempi..... ”.

Quanto alle „notitie che possono comprobare” la „continuatione di discendenza” dei Rumeni dal popolo romano, il Cantacuzino risponde che non è cosa da pigliarsi a gabbo: „Vi vol del tempo e fatiga grande, quale pro posse io fo in valacco per più dilucidare gl’annali di questa provincia.” Non essendo finita (tanto per intenderci il Marsigli lo sapeva benissimo, ma, avendo visto a casa del Cantacuzino un manoscritto, contenente l’opera di un antico cronista, faceva del suo meglio per utilizzarlo) lo rimanda alle Origines et occasus Transiloanorum di Lorenzo Toppeltin de Medgyes, „dal quale e d’altri autori che cita, potrà facile (sic) conoscere molto intorno questo”1.

Non lo lascia ad ogni modo a denti asciutti, che anzi „dal suo bello2 manoscritto... dell’origine e istoria della Moldavia”

  1. „Ma” — aggiunge — „vorrei si leggesse e il Bonfinio”, cioè la Historia Pannonica, sive Hungaricarum rerum decades IV di Antonio Bonfinio pubblicata Coloniae Agrippinae il 1690 e ripubblicata a Lipsia e a Vienna rispettivamente il 1771 e 1774.
  2. Son parole del Marsigli, che dice di averlo veduto e d’avervi anzi pescata la notizia che la Moldavia „era una provincia spopolata, e, veduta dagli abitanti del Marmaros (qui il Cantacuzino sottilinea la parola errata) in congiuntura d’andare a caccia di buoi salvatici, si venne da loro all’abitatione di essa terra”. Che codesto manoscritto si possa identificare con una delle fonti della