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antico scoperse una ricchezza, una bellezza e un’utilità che, fino ad allora le eran rimaste ignote. S’iniziarono allora ogni sorta di ricerche intorno a codesto passato così lontano; si studiaron da per tutto le lingue classiche; in qualsiasi ramo dell’attività spirituale dei popoli nuovi, l’antichità classica venne con assiduo studio imitata.

Codesto movimento, che si rivelò incomparabilmente fecondo e dette origine a una nuova letteratura, a una nuova arte, più tardi anche a una scienza nuova e ad una filosofia fino ad allora sconosciuta, poteva in Oriente diffondersi solo in quei paesi, nei quali la lingua latina (in particolar modo) fosse ben nota, in quanto fin da principio aveva rappresentato la lingua della Chiesa e dello Stato. L’Ungheria dunque e la Polonia se ne poterono avvantaggiare, e fu gran fortuna per loro; noi [rumeni] invece che ci servivamo sì nei pubblici ufficii, che nelle pratiche del culto della lingua slava, no. Conservammo quindi per quasi un secolo una letteratura povera, circoscritta ad opere meramente religiose, e, non potendo queste neppur essere originali, a traduzioni, che, per giunta, non eran sempre ben fatte.

Un’altra conseguenza del Rinascimento fu che la vita romana, molto meglio conosciuta della greca, fu ammirata e imitata in tutti i modi. I nomi italiani, tedeschi, francesi, persino ungheresi e polacchi, si travisarono allora in modo che sonassero latini e le località geografiche si ribattezzarono anch’esse nello stesso senso. Ognuno cercò di mettere in relazione le origini del suo paese e del suo popolo con gli antichi tempi gloriosi de’ Romani e de’ Greci. Persino i Turchi si trovarono un bel giorno ad esser discendenti da quel Teucro ch’è menzionato nell’Eneide, e non furono in seguito chiamati altrimenti che Teucri; i Francesi avrebbero avuto qual progenitore un Francus; i Secui della Transilvania non eran che Seculi, Siculi e perciò Siciliani.

Proprio in quei giorni, alcuni figli di boiardi, esiliatisi volontariamente dalla loro patria, studiavano in Polonia su libri che parlavan quasi esclusivamente di Roma. Costoro doveron naturalmente riconnettere il nome di „Rumân” e di lingua „rumâneasca.” con quello di „Romani”. La rassomiglianza della lingua rumena alla latina s’impose dunque fin da principio. Orbene a quei tempi non era possibile si facesse differenza di sorta tra l’origine del popolo e quella della lingua. La lingua