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poi di Micota e quella di Stefano, figlio di Alessandro (Cfr. Fig. 2) non troviam più le aguzze foglie d’acanto, che il gotico aveva messe di moda, Fig. 1.ma fiori pieni scolpiti nel medesimo stile italiano, che del resto, incontriamo anche prima di quest’epoca, sulle pietre funerarie del secolo XV”: ciò che è tanto più interessante a rilevare, quanto „fiori di tal fatta non ci avverrà di riscontrarli, se non assai più tardi in una lapide sepolcrale, che oggi può vedersi incastrata nel muro della chiesa nuova (Cfr. fig. 3) e fa menzione di un vecchio egumeno (Hariton), morto il 1536”1 1. Un terzo monastero infine, la cui archittetura risente di quella italiana del Rinascimento, è quello, già menzionato, di Dealu (Mânăstirea Dealului), altrimenti detto di S. Nicola delle Vigne (Sf. Nicolae din vii) per i molti e rigogliosi vigneti, tra’ quali sorgeva. Fu costruito il 1496 da Radu-Vodă-cel-Mare „sul colle che sorge sull’altra riva della Ialomitza, nelle vicinanze di Târgoviște, quasi a gara con Stefano il Grande, che, anche lui, s’era apparecchiato nel Monastero di Putna il suo bel sepolcro monumentale.” A proposito del quale, non sarà inutile riportar qui le parole, colle quali il Iorga illustra lo stile della lapide mortuaria di Stefano, „cui” — son parole del Iorga — „piacque che la pietra che doveva tramandare ai posteri il suo nome, fosse scolpita da maestri dalmati, che avevan subito l’influsso dell’arte veneziana del Rinascimento, in lettere cirilliche abbellite dalle linee allungale e flessuose delle maiuscole italiane del Rinascimento”2

  1. Cfr. Buletinul Comisiunei Monumentelur Istorice, III (1910), p. 103 p. 11 dell’ estratto).
  2. Cfr. Istoria Românilor în chipuri și icoane, II, 28,