Pagina:Ortiz - Per la storia della cultura italiana in Rumania.djvu/59

Da Wikisource.

49

Fig. 5. Lamottray1 che, in seguito alla sua lunga dimora in Oriente, conosceva meglio di ogni altro le caratteristiche dell’architettura orientale, restava di sasso nel vedere il palazzo di Mogoșoaia, che gli fece l’impressione di una fabbrica costruita „all’europea”. La medesima opinione intorno ad ambedue i palazzi (di Potlogi e di Mogoșoaia) esprime anche il Sulzer2, al quale par ch’essi „tradiscano il gusto europeo”, sì da fargli conchiudere, che „devono essere stati fabbricati da architetti stranieri”.

Quali sieno codesti architetti e quali codeste influenze ci proponiamo” — continua il Drăghiceanu — „di assodare nelle pagine che seguono.

Con i Sassoni (specie di Transilvania) i Rumeni hanno sempre avuto strette relazioni di cultura, fin dai tempi più antichi; ma la caratteristica loro abitazione, — che han portata con loro dalle rive del Reno, insieme con tutta la loro vita spirituale (la loro Rathaus ed il loro Kloster) e che han poi diffusa dovunque si son recati, così fra gli Ungheresi, come tra i Ru-

  1. [Lamottraye, „Voyage en Europe, Asie et Afrique”, Haye, 1727, vol. I, p. 208].
  2. [F. J. Sulzer, „Geschichle des transalpinischer Daciens”, Wien, 1781, vol. I, p. 301]