Pagina:Osio - La spedizione inglese in Abissinia, Firenze, Civelli, 1869.pdf/61

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freno, cosa non succederà mai quando quest’armata avrà completamente evacuato il paese? E quanto sangue non verrà sparso prima che sorga quell’uomo capace di raccogliere l’eredità di Teodoro?......

Ad Antalo ritroviamo il resto del nostro bagaglio e ci fermiamo un giorno. Un forno di campagna, ivi stabilito dopo la nostra partenza per Magdalà, ci permette di gustare per la prima volta, dopo quattro mesi, le delizie del pan fresco.

Il 6 ripigliamo la marcia e giungiamo il 14 a Senafe: in questi ultimi quindici giorni fummo abbastanza fortunati da aver un saggio delle pioggie abissine: il cielo limpidissimo al mattino, si copriva ogni giorno, verso mezzodì, di grossi e neri nuvoloni che precedevano di poco il rumoreggiar del tuono e si convertivano ben presto in torrenti d’acqua impetuosissimi. Verso sera, il cielo ridiventava sereno e la mattina dopo si era da capo con la stessa storia.

Il 16, dato un addio all’altipiano abissino, scendiamo finalmente nella valle di Komelu; riposatici un giorno a Komelu stesso, giungiamo il 19 mattina a Zula e, poche ore dopo, andiamo a stabilirci a bordo dell’Indore che ci deve trasportare a Suez.