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Pagina:Osio - La spedizione inglese in Abissinia, Roma, Carlo Voghera, 1887.pdf/19

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in abissinia 1867-1868 17

tanava dal mare, metteva in comunicazione il porto coi diversi punti dell’accampamento, oppure colla ferrovia stessa che conduceva al piede delle montagne.

Per i primi giorni le provviste sbarcate furono raccolte in mucchi colossali, o sulla riva del mare, o sulle gittate, o lungo i binari; poi, poco alla volta, si rizzarono tende, si costruirono baracche, si tracciarono quartieri, si riescì a formare, in una parola, uno stabilimento dei più ordinati e regolari, a cui venne poi ad aggiungersi anche un vastissimo bazar dove negozianti italiani, tedeschi, inglesi, francesi, turchi, chinesi avevano botteghe di commestibili, vini, liquori, oggetti di vestiario, arnesi di cucina e così via.

Una cosa purtroppo mancava a questa stazione di sbarco (come manca del resto a tutta la costa del Mar Rosso); ed era l’acqua potabile . Si stabilirono quindi, su alcuni bastimenti e lungo la riva del mare, non pochi condensatori per la produzione dell’acqua distillata: e si calcolò che la produzione totale di siffatti condensatori fu di circa 37,000,000 di litri, e che il costo d’ogni litro fu di circa 30 centesimi di lira italiana.

Un’opera che venne a compire degnamente tutti i lavori ora accennati, fu la ferrovia che metteva in comunicazione il porto di Zula col campo di Komélu al piede delle montagne. Questa ferrovia, lunga 19 chilometri, fu cominciata nel dicembre 1867 e compiuta alla fine d’aprile 1868; non appena una sezione era terminata vi si stabiliva subito il movimento, e si formava alla testa della linea un deposito provvisorio di vettovaglie le quali si spingevano poi di mano in mano verso l’interno; così, in ultimo, si diminuì di un giorno il tempo necessario per i trasporti, e, cessato il bisogno di un gran numero d’animali al campo di Zula, si potè scemare di molto la costosissima produzione dell’acqua distillata.

Al finire della campagna questa ferrovia rese altri servizi non meno importanti: le truppe, giunte a Komélu, si fermavano sino a che non fossero pronti i bastimenti per il ritorno alle Indie: al momento voluto un treno le portava sino al mare, dove prendevano subito imbarco; ed in tal modo, dopo le lunghe fatiche della spedizione, esse evitavano almeno quell’ultima marcia ed un nuovo soggiorno sulle coste del Mar Rosso ai calori infocati di maggio e giugno.

Il suolo della spiaggia fu in alcuni punti un ostacolo serio al so-