Pagina:Osservazioni di Giovanni Lovrich.djvu/178

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perfezione, benchè in esso vi comparisca la rozzezza del fabbricatore. Un Orefice di Sign, chiamato Zuanne Matich oltre il suo proprio mestiere, egli è atto a riuscire in qualunque lavoro meccanico, di modo che le sue fatture non invidiano punto quelle de’ più famosi Artefici d’Italia. Egli è un portento di Natura, ed io sono di parere, che se fosse nato, ove fioriscono le arti, avrebbe dato saggi tali di meccanica che forse avrian fatto strasecolare.

Di Tintura ànno pochissime nozioni i Morlacchi. Sanno far il color nero, molto usitato fra loro per i saioni, col mezzo della corteccia di Frassino, detta in Illirico Jassen, messa in fusione, come dice benissimo il Fortis, per otto giorni colle scorie squamose di ferro, che raccolgonsi attorno le incudini de’ fabbri: mettono quest’acqua a raffreddare, e poi si tinge con essa. Per tutti gli altri colori, ricorrono ai Professori di Tintura, che fra essi non ve ne sono. Si trae dallo scodano, (in Illirico detto Rui) il giallo. Ma il merito di tingere in giallo è solamente dovuto ai Morlacchi dello Stato Ottomano.

§. XXIII.

Agricoltura, e Veterinaria.

N
On v’è cosa, che potrebbe render felici i Morlacchi, quanto l’Agricoltura, e non v’è cosa più trascurata da essi loro di questa.

          O fortunatos nimium, sua si bona norint
          Agricolas!

Quando ànno seminato le biade il tutto è fatto, ne vi