Pagina:Osservazioni di Giovanni Lovrich.djvu/179

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pongono i piedi sopra i campi seminati, che al tempo di raccoglierli. Il trasporto, che ànno per le armi fà, che risguardino la coltura della terra, come una cosa vile, e di cui la sola necessità faccia tutto il prezzo. Spesse volte lasciano in abbandono delle terre, che non ricercano altro, che arricchirli.1 Tanto la Natura in moltissimi luoghi è prodiga con essi loro, che non sanno valersi de’ suoi doni! Comunemente non ànno giardini, nè vi à delle frutta nelle loro Tenute, s’eccettuiamo quelle, che crescono da per se, e che vengono chiamate selvatiche. Si può ben dir ciò, che diceva de’ loro maggiori anticamente Ovidio, quando alle sponde del mar nero tra essi viveva.

  1. Non solamente lasciano in abbandono le terre incolte, ma neppur vogliono, che altri le metta in coltura. Ma le terre incolte sendo per lo più paludose, somministrano i coperti alle Case de’ Morlacchi laonde non è convenevole distruggere una utilità così grande. Sarebbe tempo ormai, che si ponessero in obblio così barbari, ed irragionevoli riflessi, che ne’ tempi delle incessanti guerre per alcune ragioni non erano mal fondati. Il saggio si adatta alle circostanze. Ciò che fu buono una volta, ora può essere pessimo, e viceversa. In Dalmazia non mancano pietre scissili, e terre da far i coppi per le Case. Perchè non servisene? Inerzia e poi inerzia. E non si vede di quanto utile sarebbe pe’ Morlacchi il coprir le case di pietra, o di coppi? Così un coperto durerebbe per molti anni; all’incontro quando è di canne, convien quasi ogni anno, o rifarlo, o ristorarlo. I Quartieri di Cavalleria, cui sono tenuti i Morlacchi a coprirli di mentovate canne palustri, non sarebbe meglio coprirli di coppi? Così non vi sarebbe bisogno, che i Morlacchi annualmente fossero distratti dai pur troppo necessarj (benchè rozzi in essi) lavori di Campagna, per rifare, o ristorare i Quartieri stessi.