Pagina:Osservazioni di Giovanni Lovrich.djvu/57

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in Italiano le suriferite pazzie. Gli dissi in Illirico, ch’è vergogna il dimostrarsi così scemo di cervello appo un Forestiere, ed. egl’inconsideratamente tornò a confermar la propria opinione, ed impaziente mi chiedea cosa volesse significare la Iscrizione, incastrata nella rozza muraglia dell’altare. Allora io, quasi sdegnato, gli dissi, facendo un misto di lingua Illirica, ed Italiana; Padre, la Iscrizione, che si legge nella muraglia del vostro altare è un voto, dedicato a Castore, e Polluce, ch’erano del numero degli Dei de’ Romani, e somiglia a que’ voti, che i Morlacchi giornalmente vi lasciano in Chiesa, colla differenza, che i Romani offrivano i voti alle false Deità, e li scolpivano ne’ sassi, perchè restassero memorie eterne, ed i Morlacchi gli offrono al vero Dio, ed a’ suoi Santi in lamette di argento, che non vi sarà già pericolo, che voi le lasciate a’ posteri. Il Frate non voleva intender ragione, ed io era più pazzo a contrastar con esso lui, e prendendo finalmente il congedo me ne andai in santa pace. Si dice, che all’intorno delle Montagne di Much vi fieno delle miniere di rame, e di ferro. Ciò si potrebbe dare, ma io non le ò vedute, nè voglio contar su le voci popolari.

Ghisdavaz, e Prugovo, che sono in qualche modo dalla parte dell’ostro rispetto alla Campagna di Much, sono due ingrate Valli, che richiedesi la schiena degli abitanti, che per dura necessità si degnano trattar la zappa, per ricavar qualche utilità dal prodotto de’ grani. Ma quel, ch’è peggio la Valle di Prugovo si converte di Verno in un profondissimo Lago, e non vi si ponno per conseguenza seminar i grani i più utili. „ Il Fiume di Salona, dice il Fortis, ch’esce già formato dalle radici del Monte, e quello de’ mulini di Traù devono probabilmente