Pagina:Osservazioni progetti e consigli risguardanti l agricoltura 1839.djvu/61

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cioè la speranza di averne maggior utile per se, deesi ritenere per il movente universale e principale al lavorare con zelo, e molto, e bene.

Il contadino che non riceve dal padrone soccorsi, e non ha certezza che facendo, miglioramenti ne’ fondi, il maggior frutto che ne dee venire sarà suo, non fa mai, com’è già detto, nulla più di quello che ei debbe in forza de’ patti che accettò. Riceve l’ordine, e promette di migliorare; ma se non vede compenso alle sue fatiche, e specialmente se teme di lavorare per un terzo, crederà facilmente di avere fatti miglioramenti anche coll’avere smosso solo un poco di terra, e piantati due alberi. È accaduto che poveri coloni, i quali avevano colle fatiche loro notabilmente accresciuto il prodotto de’ fondi colla speranza di poterselo godere in premio, furono astretti a pagare di più, od a cedere a un altro, che di più offeriva, i fondi ben lavorati! Concediamo che questi casi abbiano ad esser rari. Basta però che se ne avveri uno ogni dieci anni in un vasto tratto di paese, per fare che i contadini diffidino sempre e d’ognuno, e perdano il caraggio. Ei sanno che il chiedere compenso dei danni gli espone ad altre perdite maggiori.

Egli mi pare che alcuni possessori di terreni non facciano, affittandoli, troppo bene i loro conti. Vogliono avere la compiacenza di poter dire: ho