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81 corpi scientifici ed accademie di scienze, lettere ed arti; 200 biblioteche; 10 osservatorii astronomici; 26 osservatorii meteorologici; 13 musei di archeologia; 13 società per la conservazione e l’illustrazione dei monumenti; 12 deputazioni di storia patria; 20 istituti speciali di belle arti e di musica; 5 alte scuole di perfezionamento; 19 università col corredo di 123 licei; 452 ginnasii pubblici; 177 scuole tecniche; e 65 scuole magistrali pei due sessi; tralasciando ancora di parlare delle scuole serali e delle festive, aperte recentemente in pressochè tutti i Comuni rurali di Lombardia, alle quali concorrono spontaneamente uomini di ogni età, e dove sono loro gratuitamente insegnate dagli uomini più colti del villaggio, come sarebbero il medico, il sindaco, il maestro ed il segretario comunale, le prime nozioni di storia, di geografia, di storia naturale, ecc. ecc.
Giova osservare che alcune delle cifre testè accennate non hanno tutta l’importanza che sembrano avere a primo aspetto. Quel gran numero di università non significa precisamente che il numero degli aspiranti all’insegnamento, che ivi si riceve, sia tale, che non bastino a contenerlo meno di 19 Università. — Questo numero, veramente smisurato, provviene dallo sminuzzamento che fece dell’Italia una agglomerazione di tanti piccoli Stati, gli uni degli altri gelosi e discordi; ognuno dei quali pretendeva di essere completo e perfetto nella sua picciolezza, possedendo ogni forma esterna di istituzioni scientifiche e letterarie, corpi insegnanti, ecc. Il Piemonte, la Liguria, la Lombardia, la Venezia, i due Ducati, il Bolognese, l’Umbria, la Toscana, e se non m’inganno il Principato di Lucca, la Sardegna, il Napoletano, la Sicilia, e non so se la repubblica di S. Marino, avevano ciascuna non meno di una Università; ed i riguardi con che il governo nostro nazionale ha creduto di dover trattare i pregiudizii autonomici delle provincie italiane sono tali, che non si è peranco accinto a ridurre questo superfluo numero di Università. — Lo stesso può dirsi verosimilmente di alcuni degli Osservatorii astronomici e delle accademie letterarie, che erano considerate come un adornamento distintivo di una capitale; ed ora non si tolgono per non far sentire agli abitanti di coteste già capitali ch’essi sono decaduti da ciò che ad essi o ad alcuno di essi può sembrare una situazione assai elevata. Ma tali riguardi eccessivi non possono essere perpetuati, ed il numero degli istituti scientifici o insegnanti sarà messo in armonia coi bisogni del paese, cioè col numero degli studenti di esso.