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Quinta parte
PARTICELLE DI LUCE E
ONDE DI MATERIA
La teoria elettromagnetica ebbe un grande successo nell’interpretare molti fenomeni, ma quando fu applicata per calcolare la quantità di energia emessa dagli oggetti caldi, la famosa “emissione di corpo nero”, portava alla conclusione assurda che veniva emessa una quantità di energia infinita. Un risultato chiaramente assurdo che fu definito “catastrofe ultravioletta”. La catastrofe era solo teorica, ma non dipendeva né da errori di calcolo né dalla teoria di Maxwell.
Il problema veniva da un fatto fisico fondamentale del tutto imprevisto. scoperto nel 1900 da Max Planck: l’emissione e l’assorbimento di energia elettromagnetica avvengono in modo discontinuo per quantità finite. Queste quantità di energia elettromagnetica furono dette “Quanta” di luce. La legge di Planck stabilisce una relazione fra la continuità del campo elettromagnetico e la evidente dis-continuità della materia. Poiché non contiene elementi riferibili alla materia come la massa inerziale, questa legge è stata interpretata come quantizzazione del campo elettromagnetico.
Planck non accettò questa interpretazione, perché la costante universale () che porta il suo nome, compare soltanto nei fenomeni in cui è coinvolta anche la materia. Infatti non compare nelle equazioni di Maxwell. Quindi è del tutto evidente che la costante universale deriva da discontinuità della materia, non della radiazione elettromagnetica.