Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
86 | MECCANICA OPERAZIONALE |
Dal grafico successivo risulta evidente che la velocità della luce nel vuoto ha un limite massimo finito direttamente connesso ad un elemento infinito. Si conferma ciò che Einstein aveva intuito nel 1905:
- La linea (1) rappresenta l’espressione classica della velocità nello spazio tridimensionale. Si estende oltre il limite perché non sono considerati gli effetti relativistici.
- La linea (2) rappresenta la quadri-velocità operazionale. Nella prima parte () coincide con la linea (1), cioè con la velocità classica in accordo col principio di convergenza relativistica. Nella seconda parte diverge asintoticamente per ; che si conferma come velocità-limite.
- La linea (3) punteggiata corrisponde alla quadri-velocità di Minkowski. Il grafico orizzontale continua indefinitamente oltre il limite della velocità della luce. Il valore costante del modulo vale per qualsiasi oggetto, anche se fermo. L’assurdità è evidente.
Lo spazio ordinario si deve concepire come proiezione in tre dimensioni dello spazio-tempo fisico a quattro dimensioni, per conseguenza la velocità risulta proiezione nello spazio tridimensionale della quadri-velocità . Mentre il modulo della quadri-velocità diventa infinito, la sua proiezione tende asintoticamente a .
Dalla Termodinamica risulta che la temperatura ha un limite inferiore di 0 Kelvin, perché la temperatura dipende dalla velocità media delle molecole, e non esiste velocità minore di quella di un oggetto fermo! Dalla Meccanica operazionale risulta che la velocità non può superare la velocità della luce nello spazio tridimensionale, perché questa è proiezione di una quadri-velocità infinita nello spazio-tempo fisico.
Ancora una volta dobbiamo ammettere che Einstein aveva ragione!