Pagina:Otello - La tempesta - Arminio e Dorotea, Maffei, 1869.djvu/284

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270 la tempesta.

Da labbro d’uom. Non può la voce umana
Sì care note modular.... Sul capo
Ora il canto mi sta.
 (Prospero e Miranda s’accostano al luogo dove sta Ferdinando.)
                       prospero.
                                       Degli occhi tuoi
Le cortine or solleva, e dimmi, o figlia,
Ciò che vedi colà.

                       miranda.
                             Ciel! che mi appare!...
Padre, padre! uno Spirto!... Oh come volge
Gli sguardi in giro!... Grazïoso aspetto,
Ma, non altro che Spirto.

                       prospero.
                                     Erri, fanciulla!
Egli, dorme, si ciba, ed ha gli stessi
Sensi che abbiamo noi. Quel giovinetto
Che ti sta sotto gli occhi, era pur dianzi
Sulla nave, e se il mare e se il cordoglio,
Cancro della bellezza, impallidito
Non lo avesse così, tu lo potresti
Dir con dritto avvenente.

                       miranda.
                                         Ed io vorrei
Dirlo un nume. Fin qui nella natura
Cosa più bella non mirai.

                       prospero.
                      (fra sè e sè.)
                                              Seconda
Tutto i miei desiderii.
                       (Ad Ariele.)