Pagina:Otello - La tempesta - Arminio e Dorotea, Maffei, 1869.djvu/344

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330 la tempesta.

                       stefano.
                            Un uom tu sei?
Nella vera tua forma a noi ti svela.
Un demonio sei tu? quella ti piglia
Che più t’aggrada.

                       trinculo.
                             I debiti m’assolvi,
Buon Dio!

                       stefano.
                   Paga ogni debito la morte.
Io non temo, e ti sfido!... Il Ciel m’assista!

                       calibano.
Paura hai tu?

                       stefano.
                       No, mostro.

                       calibano.
                                         E se l’avessi,
Cacciala, Signor mio. L’isola è piena
Di romori, di suoni, e d’amorose
Melodie che rallegrano, e non danno
Noia ad alcun. Talvolta un fragoroso
Tuon di mille stromenti odo rombarmi
Negli orecchi: talvolta una indistinta
Consonanza di voci, a tal che desto
Da lungo sonno allor allor, mi fanno
Di novo addormentar. Ne’ sogni miei
Veggo, o veder mi pare, aprirsi il grembo
Delle nubi, e mostrarmi una gran copia
Di tesori imminenti a riversarsi
Dal ciel sul capo mio, sì che, riscosso