prospero.
Mercè! ― Vieni Arïel così veloce
Come il pensiero.
Entra ARIELE
Il tuo m’impenna l’ali.
Che vuoi?
prospero.
N’è d’uopo sostener l’incontro
Di Calibano.
ariele.
È ver. Quand’io qui trassi
Cerere, dirti di colui volea,
Se non che risvegliar la tua sopita
Ira temei.
prospero.
Ripeti! Ove lasciasti
Quegli abbietti?
ariele.
Ti dissi, o mio Signore,
Come briachi dal soverchio bere,
Ed enfiati il cervel da forsennata
Spavalderia menassero fendenti
All’aria vana che feriane i volti,
E quel suol che baciava i loro piedi
Battessero. In obblio l’infame intento
Non metteano però. D’un tratto io posi
Sul cembalo la mano, e quelli, a guisa
Di puledri selvaggi, alzàr gli orecchi,
Le narici allargaro, e i sopraccigli
Levàr, come volessero le dolci