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per ornamento; colori questi che si cancellano con la massima facilità.

E a proposito di ornamento, questi Indiani qua usano più o meno il tatuaggio, che ho visto molto sviluppato in alcuni campioni Toba e specialmente donne. Sembra una picchiettatura del vaiuolo, ed è disposto in forme geometriche. Se lo fanno pinzando la pelle con una grossa spina bagnata in una sostanza lattiginosa bruciante, che lascia l’impronta indelebile ove cada, e che viene iniettata nel tessuto epidermico. Questa sostanza è soprattutto in Bolivia, a Santa Cruz, e si chiama, in termine guarany, iguochi; col qual nome si chiama anche la pianta; è una rampicante, che forma grappoli che portano fiori bianchi e frutti con punta rotonda, da cui scoppiati casca polvere. Per ottenere l’iguochi staccano prima che sia maturo un grappolo, e dal gambo ne esce il latte che inoculano: durante l’operazione tengono il gambo dentro l’acqua perchè non ne esca il latte. Di queste piante ne fu vista una da un Ciriguano a 20 leghe fuori della frontiera cristiana, sul rio Bermejo (Vermiglio), nel punto chiamato la luna nueva.

Un uso, fratello carnale del tatuaggio per l’oggetto che si propongono, è l’estirpazione dei peli, che è universale presso gli abitanti del Ciacco e forse anche presso tutti gli Indiani del nuovo Mondo.

Ha per oggetto l’ornamento, ma forse la causa vera ne è l’igiene e il comodo.

Fors’anche vorranno distinguersi così dagli altri animali, che son pelosi.

Intanto, o che lo sieno per originarietà, o piuttosto per effetto di graduale selezione conseguente a tal uso, gli Indiani son quasi interamente privi di pelo nel corpo e nella faccia, e quel poco che hanno se lo levano volentieri, salvo pochissime eccezioni.

Nonostante la completezza del loro linguaggio, non ho potuto scoprire canti, nè qualche cosa di musicale che vi si av-