Vai al contenuto

Pagina:Ovidio - Le metamorfosi.djvu/160

Da Wikisource.

crescendo, s’infiamma di modo che spreggiando quella sua prima unione col calor naturale, ama di congiungerse a tempo con quello di Marte che gli è molto piu simile, per la soverchia caldezza e corrispondenza di amore che hanno insieme; congiunti dunque, si pigliano piacere insieme. Ma perche difficilmente possono star coperte le fiamme d’amore, sono scoperti dal Sole, che non è altro che la prudentia; che gli scopre al calore naturale, ilquale alterato per la indignità della cosa, fabrica loro una rete artificiosa, di pensieri secreti, piaceri lascivi, e dishoneste dilettationi; di modo che havendoli colti; gli scopre poi a tutto il mondo, con riso, e scherno d’ogn’uno, in quei vili, e dishonesti abbracciamenti. Però si dice che Venere alloggiò le furie nelle case di Marte, lequali secondo gli Astrologi, sono il Montone, e lo Scorpione che viene a dire, che quando è la Primavera, tutti gli animali sono infuriati per la gran noia; le conduce ancora nella casa dello Scorpione, segno maligno, e mortale, perche gl’innamorati senteno il piu delle volte le furie de’ noiosi e maligni pensieri; e per un breve piacere, gustano mille morti, e tal’hora sono cosi alterati dalle furie, che si danno al morte con veneno, laccio, o coltello; che Venere habbia poi sempre in odio la progenie del Sole che scopre i suoi amori non vuol dire altro, se non che quell’apetito sfrenato del coito, è nemico della prudenza; e del giudicio; conoscendo che questi gli levano con i loro avertimenti gran parte del piacere, però si suol dire che le donne amano molto piu i loro amanti in questa parte dello sfogare l’appetito, pazzi, e spensierati, che i saggi, e i prudenti. È bella a maraviglia la rapresentatione che fa l’Anguillara, del piacere del congiungerse nella stanza: Hor mentre ha in colmo il suo contento il tatto. Bellissima comparatione è ancora quella sua; dicendo, Come se da’ Pirati alcuno è preso.

La favola di Leucotoe, può essere intesa in modo che vi sia fra i popoli di Achemenia un luogo abondantissimo d’incenso; chiamato di questo nome; è amato dal Sole, che piglia la simiglianza della madre per godere dell’amor suo, perche si trasforma il Sole nella complessione giovevole, per nodrire le verghe dell’incenso; congiungendose di maniera con l’humidità della terra; che piantandovisi delle piante, subito pigliano, e crescono; si vede quivi con quanta vaghezza il poeta volgare descrive gli affetti dell’amore del Sole, non senza bellissimi giri di Astrologia; ne’ quali spende ingeniosamente alcune stanze; vaga ancora è la conversione che fa al medesimo Sole nella stanza: L’hore del sonno in pensier passi e in pianti come medesimamente vaga la descrittione de’ modi delle corti in quella, Della gente confusa, et indistinta e nella seguente. Chi vide mai piu bella comparatione, e piu ingeniosa di quella Come se al cavo specchio il Sole da il lume.

La metamorfosi di Clitia, non significa altro che l’infelicità de gl’inamorati, i quali alterati sovente dalla gelosia si ragirano intorno la cosa amata temendo di perderla, come l’helitropio si ragira intorno i raggi del Sole.

La favola di Daphnide, proposta da Minea; che fu per gelosia dalla Ninfa Thalia trasformato in sasso, non si trova descritta da alcuno autore, ancora che Theocrito, e Virgilio piangono la sua dura sorte, Diodoro ancora scrive di Daphnide figliuolo di Mercurio che fu privo della luce de gli occhi per gelosia da una Ninfa; che è il medesimo che trasformarlo in sasso, non essendo molto differente l’huom cieco, dall’huomo di Pietra; meno si trova la favola di Scithone, che fu tal’hora maschio, e talhora femina; ancora che si legga di un Scithone signore in Thracia ilquale havendo una figliuola detta Pallene desiderata da molti, invitò tutti quelli che l’amavano à combattere con esso lui, promettendo quello che rimaneva vittorioso, havrebbe per mogliera sua figliuola; ma non potendo poi Scithone sostenire per la sua molta età la pugna, per compiacere la figliuola, fece combatter insieme Clito, e Dima giovani valorosi; promettendola al vincitore, essendo poi la giovane piu inclinata a Clito che all’altro operò, che quello guidava la carretta di Dima; lasciasse l’Asse della caretta senza alcuna fermezza, onde correndo l’infelice giovane cade morto, e Clito vittorioso godè dell’amore di Pallene, dopo che fuggì dalle mani di Scithone che la voleva abrucciare, insieme col corpo di Dima coperta da una folta pioggia; non ha alcuna simiglianza questa con la novella che intendeva di narrar Minea, ma l’ho voluta porre, perche si vede quanto si può addurre di questa favola senza autore.

Meno si trova la trasformatione di Celmo amato da Giove in un diamante, per sdegno della madre, ne come fossero creati, de i fonghi i cureti dalle pioggie ancora che alcuni habbino voluto fingere, che fossero spenti, per il dispregio della religione, dalle pioggie, e che fussero