Vai al contenuto

Pagina:Ovidio - Le metamorfosi.djvu/271

Da Wikisource.

invecchiato, e ringiovanisse nella virtù dando orecchie alla persuasione; le favole delle figliuole di Pelia, che amazzorono il padre, desiderose di ringiovanirlo, di Filio, di Hirte, di Alcidimante, sono poste piu presto per descriver poeticamente i luoghi dove passò Medea, che perche se n’habbi a trar’ alcuna allegoria, essendo come sono poste ancora obliquamente, ne si trovando gli Autori che le hanno descritte a pieno.

Il dono di Medea mandato a Creusa, ci mostra i tradimenti di quelli, che sotto specie di amorevolezza ci vanno procacciando malignamente la morte; come a tempi nostri habbiamo veduto rinovata la inventione di Medea fatta per dar la morte a Creusa; & tanto piu sceleratamente, quanto quella non posse che ’l fuoco nella sua picciola cassetta, e questi oltra il fuoco, hanno rinchiusi in una palla di metallo, con fuochi artificiati alcuni piccioli scopietti, che feriscono da tutte le parti, perche come prima è tocca la mistura della palla dal fuoco è di modo acconcia, dall’inventore di questa scelerata inventione, la palla accomodata in una picciola scatola; e legata a simiglianza di Tramesso con una lettera sopra, e la soprascrittione della quale è volta a quello, nel quale tentavasi che facesse l’effetto suo quell’abominevole inventione, onde come prima è tagliato lo spago, il fuoco spezza la palla, e tutto a un tempo spara i piccioli scopietti; e mal per quelli, che hanno la scatola in mano, o che vi sono presenti, perche essendo state mandate ad alcuni per amazzarli con questa horribile inventione di queste scatole acconcie di questa maniera, a Vinetia, Mantoa, Regio, Modena, e Fiorenza si sono veduti sceleratissimi effetti, perche hanno feriti, & amazzati alcuni, ma quasi tutti innocenti, e pochi di quelli per cagion de i quali erano state mandate.

Egeo che libera Theseo suo figliuolo giovane d’infinito valore havendo riconosciuto lo Stocco suo, dal mortifero veneno composto dalla crudelissima Medea, della spiuma che usciva dalle bocche di Cerbero; ci da à conoscere che la prudentia il piu delle volte schifa, e fugge le maligne operationi della crudeltà; a fin che non rimanghi spento il valore. Come ci da a conoscere ancora che non s’ha alcuna consolatione in questo mondo, che non sia meschiata da qualche grave dispiacere, come si vede in Egeo, che mentre lieto godeva di udire cantare le lodevoli, e gloriose imprese del figliuolo, gli sopragionge la nuova che ’l Re di Creta gli vuol torre il regno; per intorbidare una sua tanta contentezza come ben descrive questo miscuglio di felicità, e infelicità l’Anguillara nella stanza, Ah quanto scarsi, e brevi ha i suoi contenti.

Arne trasformata in Puta, per havere data la fortezza consignatale dal padre a memici, corrotta da una quantità d’oro, & che continua ancora divenuta uccello nel medesimo desiderio dell’oro, e dell’argento rubandone dove ne può havere, pur che sia quantità che la possi portare co i piedi e col becco, significa che l’avaritia che una volta è impressa nell’animo basso, e vile non si cangia giamai per cangiamento d’habiti, di luoghi, e di dignità.

Le Formiche cangiate in huomini a preghi di Eaco, per riempire la città di Egina vuota per la peste, significano che essendo vuota di lavoratori da campagna, la città per vigore di quella maligna influentia, Eaco ne procacciò da diverse parti, di modo che la ritornò nella primiera sua felice coltivatione, propriamente sono gli huomini di campagna diligenti assimigliati alle formiche, perche riponeno l’estate i formenti, gli ogli, i vini, e tutti i frutti della terra, come fanno le formiche tutte le cose necessarie per il loro vivere dell’invernata. Descrive quivi molto propriamente gli effetti della peste l’Anguillara; propriamente è ancora descritta la comparatione nella stanza, Come cade la ghianda ben matura.

La descritione di Cephalo, e di Procri, è mera historia; però non vi si scopre quello che si conosce vero apertamente per molti essempi, e di che siamo ancora avertiti dalle sacre littere, che l’huomo non doverebbe giamai procacciar di saper piu di quello che se gli convenghi sapere, perche incorrerà sempre nell’errore che incorse Cephalo, che passò da una vita felice, a una misera, e piena d’infelicità; havendo voluto far maggiore prova che non gli era lecito di fare della sua amatissima Procri; è cantata cosi felicemente questa historia dall’Anguillara, che non vi è che desiderarvi vedendovisi spiegati tutti quelli affetti che possono occorrer in un simil accidente, come ancora vi si veggono molte belle proprietà delle Donne, come quella nella stanza, La Donna curiosa di Natura e molte belle conversioni, come quella che fa il Poeta a Cephalo, nella stanza,