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Pagina:Ovidio - Le metamorfosi.djvu/270

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L’accompagnò l’ambasciatore Acheo
     Co i cavalier de l’isola più degni.
     Ma come Telamone, e ’l buon Peleo
     L’arme, e i soldati han posto in punto, e i legni,
     Pensa tornarsi al suo Signore Egeo.
     Come il primo Austro in aere alberghi, e regni
     E fà imbarcar l’ industriose genti
     Per tornare al suo Re co’ primi venti.

ANNOTATIONI DEL SETTIMO LIBRO.

Iasone domò i Tori nel Regno di Colco che haveano i piedi di Metallo, e spiravano fuoco dalle narice, questa favola è tratta dall’historia perche havendo Pelia Re di Thesaglia, inteso dall’Oracolo, che si sarebbe sempre conservato nel Regno, se nelli sacrificij che si facevano à Nettuno, non fusse trovato alcuno che vi andasse ò ritornasse scalzo, perche avenendo questo doveva esser certo che era vicino alla morte, avenne che andando Iasone in fretta a que’ sacrifici, lasciò una scarpa nell’arena del fiume Anauro; e non s’arrestò per questo di andarvi dove fu veduto da Pelia, con grandissimo suo dispiacere; che dopò come pieno di sospetto della vita sua, per fuggir il destino predettogli dall’oracolo; deliberò di mandar Iasone, a procaciarse con le proprie fatiche, qualche dominio, Regno, o ricchezze lontane; conosciuto il nipote la intentione del Zio, fece una scelta de cinquanta de i primi giovani di quelle parti, e fece una nave lunga chiamandola Argo, e s’imbarcò con tutti i suoi, e navigò in Colco. Era Iasone bellissimo giovane, onde come prima lo vide Medea figliuola del re de Colchi s’inamorò fieramente di lui, e desiderando d’haverlo per marito venne a conventione con esso lui, che se le prometteva di sposarla, ch’ella gli havrebbe mostrata la via di vincere i Tori, che erano i Baroni del Regno di suo padre; ancor che fossero forti, e ben firmati in quel paese, per havere fintamente i piedi di metallo, e fossero molto soperbi spirando aere focoso dalle narici: e di amazzare ancora il fiero Dragone che guardava il vello d’oro, che non era altro che ’l sopraintendente del governo del Regno che haveva ogni diligente cura delle ricchezze, i cui denti seminati, che non sono altro, che le cagioni della sua morte; messero l’armi in mano a quei popoli l’un contra l’altro di maniera che fecero con la loro uccisione, il camino piu piano a Iasone di occupare quel Regno, e impadronirsi delle sue ricchezze. Il vello d’oro allegoricamente, significa la virtù, che si come l’oro, è precioso sopra ogni metallo cosi la virtùavanza di precio di gran lunga tutte le cose humane. La quale s’acquista dall’huomo nobile, figurato per Iasone, per opera della persuasione che significa Medea, che gli fa conoscere che non vi è altra via che ’l possi condurre alla felicità, che quella dell’impadronirse della virtu; ma per essere l’acquistarla cosa molto difficile essendo circondata e guardata da molte difficultà, fa bisogno vincere con fatiche, e sudori gli stimoli della carne, che sono molto fondati in noi, figurati per i Tori havendo i piedi di metallo; gettano poi aere focoso dalle narici, che significa le fiamme della libidine che del continuo si spicano da i medesimi stimoli, ma sopra tutto fa bisogno vincere il Dragone figurato per la superbia; la quale fa gran resistentia a quelli che tentano amicarse la virtù; come Reina de tutti i vicij, figurati per i denti seminati, e vinta; far che s’azzuffino insieme e s’amazzino di modo che ci rimanghi libero il passo, per divenire viruosi.

Felicemente descrive l’Anguillara gli affetti che si vanno ragirando intorno il cuore dell’inamorata Medea nella stanza, E par che voglia dir s’hò dal cuor bando e nelle seguenti. Esone ringiovanito per opra di Medea significa l’huomo che si spoglia de i vitij ne’ quali era già