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8 l’orrido di sant’anna

— Bene, benissimo! è una brava giovane quella li. Così scherzando, talora inciampando ne’ ciottoli, tal altra spiccando salti, fra qualche timida esclamazione del Professore, e qualche grido o di sorpresa o di allegria di Antonio si andò risalendo la valle. La luna era quasi a metà del suo corso: le stelle erano scintillanti, ed il romore del torrente andava via via sperdendosi verso il lago, e confondendosi collo stormire delle cime de’ pioppi e de’ castagni. Tutto invitava al raccoglimento. Perfino Antonio cominciò a lasciare Maddalena tranquilla.

La valle si stringea: le ombre delle rupi diventano più brune e più misteriose. s’udiva come vegnente da lontan lontano un muto rimbombo del quale non era facile capire nè la causa, nè la natura. Antonio, divenuto da qualche minuto più serio, chiese:

— Che cos’è quel fracasso che sembra tuono?

— È il tonfo della cascata interna, disse la guida.

Fatti ancora pochi passi ad un risvolto della valle, tutt’ad un tratto le falde de’ due monti si divergevano per subito poi convergersi, e formavano cosi un cerchio.

— Eccoci all’Orrido! disse Maddalena.

I due versanti delle montagne abbassandosi ed avvicinandosi formavano, come abbiamo detto, un recinto imponente: in faccia a noi, cioè più addentro, nella valle, le due falde invece di restare disgiunte, calavano giù rapidissimamente, ed all’altezza di un dugento braccia si congiungevano per mezzo di un ponte che a vederlo pareva un filo bianco: sotto al ponte le roccie discendevano perpendicolarmente fin quasi al nostro livello, ove prendevano la forma di un ingresso di caverna, cui Antonio, per far piacere al Professore, paragonò all’ingresso pel quale passò Enea andando all’inferno. Alla sinistra del ponticino, sospeso là in aria, era una chiesuola con un campanile aguzzo. La luce malinconica della luna vestiva quelle nude roccie, quel ponte, quella chiesa di una tinta cara da non dirsi; le ultime creste delle montagne si disegnavano chiaramente nell’azzurro limpidissimo di un cielo il più puro; il silenzio religioso e mistico non era rotto che da un romore sordo e profondo che pareva escire dalla