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l’orrido di sant’anna 7

Sebbene nè le finestre, nè la porta ci dessero segno d’anima viva, Antonio cominciò a bussare, e far chiasso.

Per qualche minuti non ebbe veruna risposta. Ricominciò più violente le busse ed il fracasso, con grande scandalo ed impazienza del Professore, che era divenuto esitante e dubbioso.

Dopo molto picchiare, una cuffia fe’ capolino ad una finestruola.

— Chi picchia a queste ore? disse una voce di vecchia donna.

— Amici! ululò il nostro interprete: cerchiamo qualcuno che ci serva di guida all’Orrido, e ci scioglia la barca.

— È troppo tardi.

— Può darsi benissimo che cosi paia a voi: ma per noi questa è l’ora che ci accomoda: scendete ed aprite.

S’udì un misterioso brontolare: la porta venne aperta; la donna comparve sul limitare con un lume, i cui raggi vennero raccolti e drizzati inquisitorialmente ai nostri volti col mezzo di un palmo di mano. Questa rivista non diventò a noi favorevole se non quando la donna ebbe scoperta la presenza anche del Professore: allora si rivolse all’indentro e gridò:

— Maddalena!

Cosi chiamata escì fuori disinvoltamente una giovane contadina, che ci salutò cortesemente, senza nè imbarazzo nè affettazione, e disse subito:

— Andiamo.

Il Professore guardò attorno esterrefatto come se stentasse a lasciarsi persuadere dell’opportunità e convenienza d’una gita così straordinaria. La sua perplessità acquistò un grado più profondo, quando Antonio, tutto lieto dell’arrivo di Maddalena, cominciò a schiccherarle una quantità di aforismi e di osservazioni che erano a suo parere.... a dir poco.... inutili. Si rassicurò a poco a poco udendo la contadinella a rispondere fil per filo con molto sale, e con un piglio modesto ma sardonico e netto.

Il buon istitutore gioiva e strofinava le mani, ogni volta che il linguacciuto nostro compagno veniva messo al dovere con una risposta bene azzeccata, e diceva sottovoce: