Pagina:Pallavicino - La rettorica delle puttane.djvu/6

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L’Auttore a chi legge.


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U precetto de’ più saggi questo in cui ci si prescrive il far bene, e perfettamente ciò che si fà. Dalla osservanza di questo procede avanzo di singolar merito in attione anche cattiva, acquistandosi lode nel modo perfetto d’operare in quella. Il mezo assegnato per centro della virtù da chi disse in medio sita est virtus; significa esser virtuoso quell’huomo, che indifferentemente distante dalli estremi del bene, e del male sà applicarsi, o all’uno, o all’altro con eguale spirito, e con felicità conforme a’ disegni. Nè deve porsi in dubbio la verità di questa espositione, da chi sà qualmente la vera virtù non deve interrompersi sù la meta del corso. Concordano si li morali come li Theologi, ch’il non procurare sempre nuovi progressi nel camino di quella sia un ritornara dietro. Tanto è, che sia lecito il fermar nel mezo il piede, & arrestar i passi. Anche nelle sacre carte è biasimata la riepidezza propria di chi è mal buono, nè ben cattivo in paragone di quella, desiderandosi da Dio l’huomo totalmente freddo, cioè di pervertito volere in guisa, che si vanti di lui una compita malitia. Il resto è chiaro nell’Apocalisse. Utinam frigidus vel