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DI PLINIO A TRAJANO. | 53 |
di essa morendo; ovvero, come vil gregge, senza nè pure attentarsi di piangere, ad uno ad uno svenati da un novello Nerone, che di tal vista si piglierebbe infame diletto?
Ma, cessi il gran Giove conservatore di Roma, ch’ella a nessuna di tali vicende soggiaccia. I cittadini resi liberi, e fatti felici, soldati ai confini dell’impero diventino; condotti siano da elettivi consoli e proconsoli a tempo; si deponga ogni pensiero di ulteriore conquista; si conosca meglio, la vera grandezza di Roma consistere nell’esser libera e costumata, non nella immensità dell’impero, che i vizj allargando, le virtù rinserra e costringe; si ripetano, in somma, in tutto gli antichi principj, che potente l’han fatta e felice; e quelli, con la saggia e lieve mutazione, che i mutati tempi ri-