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come mai gli era accaduto — questa volta ne hai fatto una grossa!»
Il Direttore con una crudele lentezza estrasse un foglietto e lo presentò alla signora.
— È questo — domandò — il carattere del suo signor consorte?
— Veramente... — disse la signora.
— Questo è un falso; ieri il suo signor figliuolo ha presentata questa giustificazione. Del resto guardi — e col dito fulminò lo scolaro — habemus confitentem reum! — Per tutto questo ed altro io desidero la presenza del padre.
— Ma... — obbiettò la signora Palmira.
— Assolutamente: intanto la avverto che il suo figliuolo, per deliberato consiglio dei professori, è sospeso dalle lezioni. Questo come preavviso: il resto verrà poi!
Il signor Direttore fece capire che non aveva altro da esporre, almeno a lei, signora Palmira.
La signora Palmira inchinò, uscì, con Giacomino dietro.
«Si può essere più imbecilli? E si può essere più villani con una signora? Un falso! a quell’età!» e rideva verde: tuttavia come giunse a casa, ordinò con un cenno al rampollo di seguirla. La signora elevò il tu alla potenza del lei.
— Ha inteso, bel signorino?
— È stato Finotti...! — rispose Giacomino con un tono che non avrebbe per nulla indicato quel nobile sentimento «che fa l’uom di perdon