Pagina:Panzini - Che cosa è l'amore?.djvu/77

Da Wikisource.

— 73 —

della sua villa — li faceva suonare sì gli ossicini dei pollastri, e un fiasco di vino della sua vigna (oh che vino!) gli andava giù come ridere; un uomo — dico — in quelle condizioni, al posar le sue grosse e arse labbra su quelle mani, aveva provato l’impressione indimenticabile di ingoiare un sorbetto di vaniglia o di ananasso.

Ora, tutto il resto della signora Fanny era — almeno per gli occhi e pei sensi del signor conte — nella relazione di quella mano: una donnina profumata, signorile, languida, che pareva avesse la virtù di attaccare alle vesti la emanazione carnale di se stessa. Ora se una mano soltanto dava questa sensazione di piacere, che cosa avrebbe dato l’intera signora Fanny?

Il signor conte si ammalò di questa malattia di assaporare la signora Fanny per intero, e l’infezione giunse a tal punto che fu necessario l’intervento del matrimonio.

Ma ci furono dei guai seri e delle difficoltà da superare.

Il signor conte, ohimè! rasentava il peso di un quintale: ora appariva da molti segni poco probabile che la signora Fanny volesse accettare il matrimonio con un uomo di quelle proporzioni. Inoltre il signor conte portava le camicie di flanella coi colletti rovesciati: aveva l’antiestetica abitudine di legare le mutande su le calze, per modo che bene spesso si scorgevano giù pendere i legacci: ignorava — almeno a giudicar dall’e-