Pagina:Panzini - Diario sentimentale della guerra, 1923.djvu/207

Da Wikisource.

di Alfredo Panzini 201

***

Pel corso, per via Manzoni: donne dipinte, occhi di magnifiche civette, gambe quasi nude. Oh, Weininger!

***

13 Maggio 1915.

Il prof. Santamaria, quello della marmotta, sorridente, composto, con moglie, con figli, con figlie, col messale sotto il braccio, va alla messa. Ci salutiamo. Risponde: — Speriamo.

— Ma in che cosa?

— Spero nella pace.

— Nella pace?

— Sì, spero che l’Italia accetti quello che oggi l’Austria ci offre, e poi si interponga a dettare la pace fra «le belligeranti nazioni». Del resto io ho sempre sognato l’Italia così...., e non si deve vivere di sogno?

***

E infatti noi viviamo di sogni: sogni per i bimbi, sogni per gli uomini con la barba grigia come il prof. Santamaria, che va alla messa; la messa che rinovella, ogni dì, il gran sogno della liberazione dal male e della comunione di questa