Pagina:Panzini - Diario sentimentale della guerra, 1923.djvu/255

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Cesena, 11 Giugno 1915.

Mi sono fermato fra un treno e l’altro a Cesena per trovare Renato Serra. Cesena dormiva dolcemente nel sole meridiano. Busso per la prima volta alla porta di Renato Serra: una casetta lungo il viale dei pioppi.

Non c’è: è andato a Bologna a farsi visitare l’orecchio, rimasto un po’ sordo dopo la caduta. Sua madre (è tutta lui) mi racconta il fatto.

— Si vede — dice — , che mio figlio ha la testa molto dura.

Sorride.

Una casa serena nel gran sole, stanze in penombra; e, nelle stanze, cose linde, decorose, non sfarzose. Vecchi mòbili del principio del sècolo scorso. Mi viene in mente la casa degli avi. Mi soffermo, guardo. Anche noi avevamo in Romagna nna casa così. Melanconia!

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Milano, 14 Giugno 1915.

La conquista del monte Nero è stata terrìbile: «quando direte Monte Nero, dite monte rosso!