Pagina:Panzini - Diario sentimentale della guerra, 1923.djvu/260

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gole, gigli su la mensa. Un anno dopo un anno! Come appassirono i gìgli e le speranze! Quest’anno tutti soli e lontani. E quale angòscia! Russi rovesciati, un continuo rovèscio.

Francia paralizzata, Inghilterra che fa? E la Serbia? Quella per cui fu la guerra, pare accordata con l’Austria. E allora? Allora ha ragione la Germania. Vedo con terrore appressarsi il giorno in cui, inceneriti i Russi, su le Alpi si incuneerà la testa della Medusa germanica, dalla sordità psichica immensa. Non ode, non sente : dice : «Il mondo mi chiama barbara? Creerò cannoni da mille, duemila! bombarderò runiverso.»

Non esìstono che le ragioni «virtuose» (come dice il Machiavelli) della politica: ragioni morali non esistono. Non esiste la luce, esìstono solo le tenebre e la forza. Dio dunque non c*è. Èrebo e Terrore soltanto.

Noi ci siamo sforzati di darci un Dio, ma è come questo lucìgnolo intermittente di candela consumata: qualche guizzo, poi tènebre. Si può fare tutto, quando c’è la forza: questa è stata sempre una verità occulta, di quelle verità che gli antichi chiamavano esoteriche: i germani hanno il merito spaventoso di avere tirato su il sipàrio: di averle mutate in verità essoteriche. Non esiste morale, perchè non esiste il Dio.