Pagina:Panzini - Dizionario moderno.djvu/123

Da Wikisource.
Car — 81 — Car

dolenza, l’indifferenza e la naturalo festività del nostro popolo, specie delle terre meridionali, spiegano la parola. Mutati i tempi e pur migliorate le cose, permane tuttavia l’abitudine festaiuola per ogni occasione, lieta o triste che sia. «Si sciopera per i centenari e per gli anniversari, per i vivi e per i morti, per le nozze, e pe’ funerali. Ogni occasione è buona — tutti d’accordo in questo, monarchici e repubblicani, anarchici e conservatori — per non lavorare e per far baldoria. Vostro eroe, o cittadini, non è Vittorio Emanuele o Garibaldi; è Michelaccio!» Carducci, Ça ira in Confessioni e Battaglie.

Carolo: detto anche Brusone, Carbonchio, Ruggine, Bianchella, è una grave malattia del riso, prodotta da una crittogama microscopica, sia secondo alcuni un fungo sia secondo altri un bacterio. Le foglie del riso, dopo uno sviluppo troppo rapido e anormale della pianta, divengono rosse, si raggrinzano, si seccano, quindi tutta la pianta perisce.

Carpe diem: motto tolto dalle odi di Orazio (lib. I, XI, 8) che propriamente vuol dire prendi, godi dell’oggi, sfrutta la giornata, essendo la vita formata di giorni. La giusta massima, in verità, è specialmente messa, in pratica da coloro che non sono tanto filosofi da meditarvi sopra, nè dotti da conoscerla. Confronta per curiosità questa strofe di Lorenzo il Magnifico:

               Quant’è bella giovinezza,
               che si fugge tuttavia!
               chi vuol esser lieto, sia,
               del doman non v’è certezza.

E il Tasso, che colse più spine che rose:


          Cogliam la rosa in sul mattino adorno
          di questo dì che tosto il seren perde.
                    Gerusalemme. XVI, 15.

Carpione (in): cioè carpionare (milanese carpionà). Termine milanese per dire: cucinare alcuna vivanda come si suole il carpio o carpione, pesce di lago: cioè sotto aceto con aglio, droghe ed erba salvia, cioè marinare. Pesce marinato.

Carpo: la prima, verso l’avambraccio, delle tre parti (Carpo, Metacarpo, Falangi) che costituiscono lo scheletro della mano, gr. καρπός.

Carré: letteralmente quadrato. Questa voce francese è usata per indicare quella pezza che nelle camicie e nelle vesti muliebri si sopra pone e va da una spalla all’altra e serve a dar garbo e varietà al vestire. La voce italiana, e viva tuttavia, è sprone. I dizionari francesi in tale senso registrano carrure. Nel linguaggio culinario, a Milano, usano carré nel senso francese, cioè per indicare un quarto di bestia macellata o porzione tolta nella lombata.

Carrément: alla lettera quadratamente, ed è avverbio neologico francese, non ignoto in Italia, per recisamente, chiaro e tondo.

Carrozza di tutti: V. La carrozza, etc.

Carrozzella: (carruzzella) così in Napoli, più italianamente che altrove, è chiamata la vettura publica, brum, calèche, fiacre, etc. botte in Roma. Altrove carrozzella dicesi di quella dei bimbi.

Carrozzino: neologismo di uno speciale linguaggio, politico e giornalistico, per indicare, specie nelle publiche amministrazioni, un contratto manifestamente e fraudolentemente ruinoso per una parte e lucroso per l’altra. Il Fanfani riprova questa parola e consiglia rigiro, truffa, che però hanno altro senso e sono meno determinate. Parmi che appartenga a quei tanti neologismi destinati a scomparire.

Carta canta e villan dorme: locuzione nostra, toscana e romagnola, per dire che di una cosa si può o si vuole star tranquilli essendovi o pretendendo i documenti scritti che la affermano.

Caricare: nel senso militare di far impeto, assalire il nemico, è ripreso dai puristi come gallicismo e così passo di carica. A ragione e con esempi classici il Rigutini difende il verbo caricare, già registrato dalla Crusca. Del resto sono voci oramai troppo bene difese dall’uso.

Carroccio: voce storica che significa il noto carro con lo stendardo comunale, usato nelle guerre delle republiche italiano nell’evo medio. Noto questa parola per ricordare che essa è parola dialettale lombarda (caroccia = carrozza), divenuta italiana.

Carta: por biglietto di visita. V. Carte.

A. Panzini, Supplemento ai Dizionari italiani. 6