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Dan | — 122 — | Dau |
sere di origine popolare, come dice il nome inglese, e poi elevato a dignità di ballo signorile: è un ballo figurato di quattro passi di polacca (polka) per mano, quattro di valzer, quindi i danzatori si abbracciano e riprendono.
Dandy: parola inglese, passata in Francia, press’a poco come fashionable (vedi questa voce) e si dice di persona che, non solo ostenta la religione dell’eleganza, ma ne crea talvolta le stranezze e la moda: oggi in disuso. V. Lion.
Danseuse: a questa parola francese ballerina, danzatrice non bene corrispondono, almeno nell’uso, per la stessa ragione che chanteuse non è proprio cantante. | Danseuse dicesi con special riguardo di colei che eseguisce strane e lascive danze, come il can-can, la danza serpentina, il ballo del ventre, etc.
Dante (pelle di): spesso si ode dalla nostra gente ignorante domandare de’ guanti di pelle di dante. È la versione fonica di peau de daim, di damma o daino con cui si fabbricano guanti, gambali, calzoni.
Danzante: come part. aggiunto di festa, veglia, è la versione del francese, matinée, soirée dansante, modo traslato conforme all’indole della lingua francese, difforme al modo italiano di concepire. Come locuzione fatta, è senza dubbio felice.
Da pigliarsi con le molle: dicesi di grossi errori, e anche di persone spregevoli che non si possono accostare nè toccare.
Dar del filo da torcere: locuzione familiare; vale: dare altrui materia di lavoro paziente, assiduo, irto di spine per raggiungere un intento, superare una difficoltà. Spesso la locuzione contiene senso ostile. Es. «Ricordati che ti darò del filo da torcere!».
Dare evasione: per rispondere, dare corso, è termine non bello degli uffici. V. Evasione.
Dare il la: nel senso traslato, detto di persona che dà l’intonazione, il carattere, la tinta, l’espressione cui gli altri s’accordano, è modo dell’uso. Nel linguaggio musicale dare il la significa dare l’accordo. Il senso traslato ci provenne dal francese donner le la?
Dar la fuga: locuzione dialettale romagnola che vuol dire schernire, beffare, quasi da costringere alla fuga.
Dar lo sbruffo: modo popolare toscano, comune ad altre regioni: significa: dar danaro o roba di nascosto per ottenere favore e privilegio contro giustizia.
D’Artagnan: noto personaggio del famoso e popolare romanzo di A. Dumas, I tre moschettieri: audace, spavaldo, cavalleresco, generoso, rotto ad ogni impresa, tipo guascone e francese: divenne presso che proverbiale e antonomastico.
Darwinismo: la teoria del grande naturalista e filosofo inglese Carlo Darwin (1809-1882), secondo la quale il mondo dei viventi quale oggi è, proviene da lenta e graduale trasformazione e perfezione mercè la selezione e la lotta per l’esistenza: due vocaboli usati ed abusati. V. Della origine delle specie per naturale selezione, 1859, opera di lui capitale.
Da Scilla a Cariddi: o latinamente: Incidit in Scyllam, cupiens vitare Charybdim, verso di Gualtier de Lille, Alexandreis, V. 301, poeta del sec. XIV, rinnovato da un adagio greco che leggesi in Apostolio, XVI, 49 (Parœmiogr. Graeci, ed. Leutsch. II, 672). Cfr. altresì Omero, Odissea, XII. Dicesi di chi volendo evitare un pericolo, cade in un altro. Cariddi era un vortice nello stretto di Messina, Scilla una rupe di fronte a Cariddi. Ma il tempo placa e diminuisce vortici e scogli.
Das Ewig-Weibliche: V. Eterno femminino.
Datare da: per cominciare da ricorda ai puristi il verbo francese dater, commencer à compter d’une certaine epoque.
Dataria: ufficio prelatizio in Roma pel conferimento di grazie e dispense: così è detto dalla data delle suppliche segnate.
Dato: come sostantivo vale nozione, fatto supposto o ammesso nella ricerca di una verità ed è voce usata nel linguaggio delle scienze. Indi significò nell’uso comune ciò che è offerto dai fatti, fatto vero e accertato da cui si deduce e si argomenta. Spiace ai puristi.
Daumont: vetture alla Daumont sono chiamati certi traini signorili a quattro ruote, pesanti, scoperti, in cui i signori