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Èpa — 157 — Epu

l’ammirazione: far trasecolare, strabiliare. Il est vraiment épatant! Èpater deriva da e, ex e patte, cioè privare dei piedi, come épater un verre. Figuratamente far cader uno su le quattro zampe per la sorpresa e la meraviglia.

Épater le bourgeois: parola del gergo (V. Èpatant) e vuol dire stordire, intimorire il borghese, l’onesto borghese. Il motto francese da noi si ripete nel linguaggio giornalistico e politico quando, disegnando con colori foschi e terribili l’avvenire quale (in teoria) ce lo faranno i ribelli della legge odierna, si intende, smuovere, spaventare il cittadino, di solito indifferente a tutto ciò che non riguardi i suoi affari e il suo interesse immediato. Dicesi di tutto ciò che ad arte artificiosa è fatto per provocare nel buon popolo, stupore, ammirazione, quindi lode e ciò che segue alla lode. Locuzione effimera e bella come belli sono tutti i modi di dire che traggono origine dalla viva vita di un nobile popolo.

Epicentro: il centro sotterraneo della superficie di un campo di terremoto.

Epilettoide: neol. scientifico per indicare chi in tenue misura è affetto da epilessia. V. il suffisso Oide.

Episodio: gr. [testo greco] = breve azione intrecciata ai canti del coro nell’antica tragedia greca. Ora questa parola nel senso di azione subordinata alla principale azione di un romanzo, di un dramma, di un poema, va bene, ma nel senso di fatto, avvenimento della vita privata non piace ai puristi perchè questa estensione di significato è di maniera francese: dunque per caso, avventura, vicenda è un inutile gallicismo. Ma l’uso ha oramai accolto l’«inutile gallicismo».

Epispadia: V. Appendice.

Epistassi: termino medico, volgarmente sangue dal naso: dal gr. epì = sopra e stazo = sgoccio.

Epistola non erubescit: la lettera non arrossisce, così, aggiungendo un enim, scrivo Cicerone nelle suo Lettere Ai familiari, libro V, epist. 12, in principio. La locuzione, vivissima tuttora, è da supporsi di precedente formazione popolare. Essa vuol significare che la lettera concede di esprimere cose che il pudore, la vergogna, il riguardo vieterebbero di dire a voce e di presenza.

Epiteliòma: tumore maligno, formato dal tessuto dell’epitelio, e presentante numerose varietà secondo il tipo d’epitelio riprodotto. Dal greco [testo greco] sopra, [testo greco] mammella e il suffisso oma (greco [testo greco]) adoperato in medicina per significare i tumori neoplastici come sarcoma, carcinoma. V. Neoplasma.

Epizòtico o epizoòtico: agg. neol. da epizzozìa: nome generico di speciali malattie contagiose che infieriscono fra animali: dal greco epì = sopra e zoon = animale.

Epoca: «fr. époque, da [testo greco] = punto di fermata, vale propriamente punto fisso nella storia, segnalato da qualche avvenimento memorabile, da cui si comincia a contare una serie d’anni, o una delle grandi parti in che si divide la storia stessa. — Es. La storia romana si divide in tre grandi epoche, in quella dei Re, della Republica e dell’Impero. — Ma in Firenze — dice il Tommaseo — non dal popolo che chiamano basso, ma da quelli che bazzicano coi signori, sentesi: «da quell’epoca in poi», per dire «d’un tempo qualunque» che nulla abbia di memorabile di rilevante». Così il sig. Allan, op. cit., e «sconcio gallicismo» lo dice il Rigutini. Anche qui l’uso, valendosi del suo diritto sovrano, dá la sua sanzione ed accoglie lo «sconcio gallicismo». Cfr. per il valore proprio della parola la locuzione comune far epoca, detta anche di cose minime, ma che fanno punto, fermata della memoria nella uguaglianza del tempo, Es. quel vestito ha fatto epoca.

Epurare: V. Epurazione.

Epurazione: per cerna, scarto, specie in senso morale è parola non citata nella più parte dei lessici. Il Fanfani la riprende come gallicismo. Ma come formazione di voce, essa è buona e, quel che più, è dell’uso. La provenienza sarà dal francese èpuration od épurement, ma di molti ragionevoli gallicismi sarebbe opportuno non più discutere, nè anche fra’ grammatici per le ragioni dette nella prefazione. Lo stesso dicasi del verbo epu-