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Mam — 294 — Man

cuni puristi e sono ritenuti per gallicismi, maman e papà. Certo maman fu voce francese scritta da buoni autori nostri, sul principio del secolo scorso, e può darsi che l’imitazione di Francia abbia rafforzato l’uso delle due parole in vece di babbo e mamma, ma possono anche ritenersi papà, mamà per voci naturali. Giustamente il Pascoli in una sua nota in Fior da fiore, pag. 89, scrive: «Papà: si vuole che non sia italiano papà! Vorrà dire che i bimbi coi loro labbruzzi fanno, senza che nessuno abbia loro insegnato, dei gallicismi! E si dica altrettanto di mammà. O bambini: dite papà e mammà quanto vi pare e piace: sono parole della lingua universale». Manifestamente il Pascoli è sotto l’impressione delle belle mi’ nerbate che il troppo feroce e poco fine P. Fanfani minaccia a chi usa papà e mammà.

Mammana: per levatrice, antica voce, viva nei dialetti dell’Italia centrale. Nel Veneto, Comare.

Mammut: elefante fossile della Siberia, i cui avanzi si rinvengono pure in quasi tutti i paesi d’Europa, compresa l’Italia. È l’Elephas primigenius dei paleontologi. L’avorio fossile della Siberia proviene appunto dalle immense zanne di questo gigantesco proboscidato quaternario, il quale era provvisto di pelliccia e di criniera.

Managgia: esclamazione napoletana, estesa a quasi tutta l’Italia meridionale e centrale, = male o malanno abbia, maledetto sia, malannaggia. Mannaggia l’anema toja, e i muorte tuoje, è l’infame e tipica bestemmia napoletana.

Managgia La Rocca (generale): maschera e macchietta romanesca, recente: tipo di Rodomonte. Capitano Spaventa, Ammazza sette e Stroppia quattordici, etc. Ricorre talora nel linguaggio de’ giornali.

Manchette: polsino. Coup de manchette nel linguaggio della scherma indica il colpo di taglio con cui si cerca di ferire l’avversario al polso della mano che tiene la sciabola.

Manchon: in francese significa manicotto, cioè quella nota specie di pelliccia in cui le signore nascondono le mani, e non polsini come dicono alcuni da noi (Milano) storpiando il francese e l’italiano insieme. Per significare i polsini, i francesi dicono manchettes.

Mandarinismo: come è noto, mandarini (parola sanscrita, mantrin = consigliere, introdotta dai Portoghesi in Cina) sono chiamati gli impiegati e gli ufficiali che amministrano quell’Impero, famoso per la sua immobilità conservatrice. Si tratta di un vero esercito burocratico di impiegati, reclutati e promossi per esame, spesso ignoranti, concussionari, venali. Secondo comune opinione, noi per mandarini intendiamo gli alti ufficiali di questa burocrazia, e fondendo insieme i concetti su espressi con quello di grande autorità infeudata in persona che si gode la sinecura di un alto ufficio, creammo questo astratto per indicare uno stato sociale, una tendenza morale che è non solamente nell’impero giallo ma anche nel dolce nostro Paese! Fra i neologismi ho trovato anche questo, mandarinismo intellettuale per indicare la bramosia di titoli, diplomi, onori ufficiali, accademici, gradi che sono più o meno segreto sogno de’ nostri dotti, letterati, scienziati, etc.

Mandrillo: scimmia della famiglia dei cinocefali: dicesi, volgarmente, di uomo lussurioso.

Mandrino: francese mandrin, voce usata nel linguaggio dei meccanici ed indica la parte del trapano o di qualsia perforatrice a cui si adatta l’utensile che serve ad allargare fori già fatti: allargatoio dicono pure i meccanici. In tedesco Dorn.

Manducemus et bibamus, cras enim moriemur: filosofia della vita quale S. Paolo (Epist. I ad Corinth, 15, 32) riferisce con dispregio a Sardanapalo, l’antico re edonista. La sapienza della dottrina del quale re è altresì riferita nelle comuni parole latine: edamus, bibamus, post mortem nulla voluptas. Filosofia che è più facile vilipendere, come fecero gli stoici e cristiani, che combattere con valide ragioni.

Maneggio: per cavallerizza è riprovato dal Fanfani: per raggiri, arti, intrighi dal Rigutini. Neologismi derivati dal fr. manège.

Maneggione: termine milanese maneg-