Pagina:Panzini - Dizionario moderno.djvu/371

Da Wikisource.
Neo — 329 — Neu

terminato dall’uso della pietra o selce per le opere dell’industria e della guerra. Neolotico è il periodo più vicino a noi, cioè delle pietre, foggiate ad istrumenti, levigate: archeolitico o paleolitico, delle pietre appena scheggiate.

Neoplasma: term. medico, dal gr. [testo greco] = nuovo e [testo greco] = formo. Usasi questa voce per designare la produzione di tessuti morbosi, e in particolare dei tumori.

Neoplastico: V. Neoplasma.

Neo-platonicismo: il risorgere e trasformarsi della filosofia di Platone in Alessandria, come principale centro, per l’influsso del pensiero orientale e cristiano.

Nepotismo: propr., come termine storico, indica la politica di alcuni Papi (specialmente nei secoli XV e XVI) di giovare e fare uno stato ai nepoti, sottoponendo gli interessi della Chiesa a quelli familiari. Così, ad es., ebbero stato i Farnesi ed i Medici. Nepotisti dicesi dei Papi che seguirono tale politica. L’arguto nostro popolo creò la sentenza che i figli dei preti si chiamavano nepoti. V. Zi’ prevete.

Nepotista: V. Nepotismo.

Neque semper arcum | tendit Apollo: non sempre Apollo tende il suo arco, cioè Apollo non sempre ferisce. Orazio, Odi, II, 10, 19-20. (Cfr. Iliade, I, 59), ma il motto è usato anche nel senso che conviene riposare e darsi svago per meglio ritemprarsi al lavoro. Esopo, sorpreso a giocare con dei ragazzi, rispose con lo stupendo apologo dell’arco, cui conviene rallentare se si vuole che abbia forza quando è teso. Il motto ricorre anche in più largo senso: cioè non sempre si può e in tutte le parti dimostrare lo stesso valore (riferendosi a cose d’arte).

Ne quid nimis: sentenza delfica: non alcunchè di troppo, cioè in tutto ci vuole moderazione. V. Fumagalli Chi l’ha detto?

Nera: come attributo di aristocrazia, indica quella aristocrazia clericale, specialmente in Roma e negli antichi Stati della Chiesa, la quale è tuttora rimasta fedele al papa come sovrano politico, e considera il nuovo governo come usurpatore di legittima autorità: aristocrazia bianca, quella che partecipando, riconosce il nuovo governo.

Nescit vox missa reverti: (Orazio, Arte poetica, 390) parola detta non sa ritornare.

               Voce dal sen fuggita
               poi richiamar non vale.

Ne sutor supra o ultra crepidam (Iudicaret): che il calzolaio non giudicasse oltre alle scarpe: è il motto di Apelle al ciabattino, al quale avendo opportunamente notato una menda de’ sandali in una pittura d’Apelle, presumeva poi di giudicare cose di cui non poteva avere intendimento. Questo motto ha valore di intercalare. Si legge in Plinio XXXV, 36, 22, e in Valerio Massimo, VIII, 123. Cfr. il motto milanese: offellèe fa el to mestèe.

Net: parola inglese che significa rete, usata anche da noi nel giuoco della Palla corda (Lawn-Tennis) quando la palla passa nel campo avversario, ma lambendo l’orlo della rete. (V. Lawn-Tennis).

Nettarsi la bocca: dover restar senza, e indica delusione: modo familiare, spesso usato per ischerno.

Neurastenìa o nevrastenia: [testo greco] = nervo, a privativo, cioè = senza e [testo greco] = forza: nome nuovo di malattia non nuova ma in questi nostri tempi specialmente diffusa e studiata. | Neurastenia, come dice la etimologia, significa in generale debolezza nervosa, e più specificatamente si intende nel senso di un forte grado e forma speciale di tale debolezza, con sintomi tipici di carattere patologico. La parola «neurastenia» ci provenne dall’estero da poco tempo: come vocabolo occorse la prima volta nel Medical Dictionary del Dunglison, nel 1833. Caratteri fondamentali di questa specie di neurosi sono: la cefalalgia, la dispepsia gastro-intestinale, l’insonnia, la sensazione di stanchezza, la incapacità di fissare l’attenzione. A questi sintomi si aggiungono altri turbamenti ed incomodi soggettivi che costituiscono differenti aspetti di questa malattia, la quale da forme lievi o passeggere può assurgere a forme gravissime. Il rapporto tra la neurastenia e le condizioni della vita odierna, specialmente nelle grandi città, è così manifesto che non occorre spendervi molte parole. La differenza tra questa vita quella di un sessanta o cinquanta anni