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Pagina:Panzini - Dizionario moderno.djvu/502

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Spe — 460 — Spi


Splendido: questo aggettivo nostro, usato alla maniera straniera, è dei più comuni. Voce elegante, a trentatrè contesimi al pezzo. Tutto è o può essere splendido: un motto arguto, una risposta pronta, vivace, diventa spendida. «È splendida!» per dire «È graziosa!», Dicesi con vero abuso: «Una notte, i tartufi, un pranzo, un risotto, una barba, la fanteria, l’artiglieria, la morte, la vita, un libro, un abito è o sono splendidi».

Spoglia: per sfoglia (falda di pasta) è voce regionale, cui non mancano buoni esempi. V. Tommaseo Dizionario.

Sponda: termine molto familiare e popolare in molte nostre regioni per indicare un protettore, un patrono che fa da sponda contro i possibili urti, cioè o per avanzare più presto che per le vie regolari o per ammorzare i colpi che potrebbe dare talora la Giustizia.

Spongata: specie di torta da credenza ripiena di marzapane, specialità di Brescello (Guastalla). Dolce natalizio.

Sporadico: ([testo greco], disperdere), si dice di malattia quando questa colpisca una persona separatamente: è cioè l’opposto di epidemico ed endemico, detto di quei mali che attaccano contemporaneamente una popolazione. La parola sporadico dal linguaggio medico è trasportata al linguaggio letterario e filosofico come attributo di fenomeno o fatto isolato, che appare a rari intervalli.

Sporgere querela: per dare, muovere querela è neologismo del gergo curiale: ripreso dai puristi.

Sport: voce inglese di origine latina. Sport è abbreviazione di disport, desport = diporto (da dis e portare = portar fuori dal lavoro e dalle cure), dunque svago, divertimento, giuoco. Questa voce universale e tanto nota che è inutile spiegare, si è imposta nell’uso ed è più facile celiare amaramente con sporto e sporta, come fa il buon Fanfani, che evitarla. L’Inghilterra ha rinnovato nel tempo moderno l’importanza che gli antichi — e specialmente quel mirabile popolo che fu il greco — diedero agli esercizi corporali, e congiunsero l’utile, il diporto o svago con l’eleganza e con la moda senza di che questi molteplici giuochi ed esercizi non avrebbero il favore che hanno: con la cosa, imposero il nome: solita legge! Consoliamoci con l’origine latina della parola. In verità l’antica Roma non cessa di dispensare consolazioni ai suoi tardi nepoti! Da sport si è fatto l’aggettivo sportivo. Si dice anche, talora, tempo sportivo per indicare quel tempo grigio, piovorno, che sembra più somigliante a quello inglese: tempo adatto per le corse. Miserie!

Sposar vacca e vitello: locuzione altrettanto felice quanto plebea e schernevole: significa sposar donna incinta di altro uomo. Trovo questa locuzione pur nel gergo in francese: épouser la vache et le veau.

Spostato: per indicare persona che è fuori del suo posto sociale, il cui ufficio nella vita è difforme alle attitudini ed all’ingegno, all’educazione ricevuta etc., sembra al Rigutini vocabolo «accettabilissimo e necessario». Lo credo anch’io! È uno dei caratteri del tempo nostro!

Sprachverein: ted., società della lingua, nome di sodalizio germanico, ampiamente diffuso, che ha per iscopo lo studio e la conservazione (purità) della lingua tedesca nelle colonie stabilite all’estero. NB. Se la nostra Dante Alighieri sottraesse parte della sua attività, data alle conferenze ed all’ermeneutica dantesca, e tutelasse un pochino, non dirò la purità, ma il decoro della favella italiana, in casa propria, non sarebbe una bella cosa?

Spratico: esercizio obbligato della scherma (voce speciale dell’Italia meridionale).

Spumone: nota specie di dolce, di parvenza come di spuma.

Spunto: nel linguaggio musicale così sono chiamate le prime battute di un motivo musicale, onde dammi lo spunto vale dimmi il principio di una data aria, così che poi è facile ricordare ciò che segue. Spunto è voce passata anche nel gergo letterario per significare il principio felice di un discorso, di uno scritto.

Spuzzetta: nel dialetto veneziano spuzzetta vale vanerella, pretensiosa, fraschetta. Ricorre spesso questa voce nel Goldoni. La registra il Cherubini, (op. cit.)