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Pagina:Panzini - Dizionario moderno.djvu/505

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cui tutto ciò che è americano vince ogni opera umana — voglia dire stella dei rasoi. Voce effimera, non cara ai barbieri.

Star del credere: voce del linguaggio commerciale: dicesi anche semplicemente del credere: è quel compenso che dal committente viene corrisposto al commissionario, quando questi garantisce il buon fine di un’operazione a credito. Perciò può dirsi una specie di premio di assicurazione contro i rischi del credito: onde la frase: vendere con o senza lo star del credere.

Stare alla finestra: per estensione figurata vale: stare a vedere quel che succede; non pigliar parte attiva ad un’azione, ma sorvegliarla. Si dice con speciale significato, quasi non approvando o non avendo fede in ciò che avviene e volendo giudicare dagli effetti.

Stare o essere su grande piede: vale vivere largamente (V. Piede di casa). Questa locuzione è fatta derivare dalla moda medioevale delle scarpe alla polena (à la poulaine), cioè con la gran punta all’insù, introdotta nella moda da Goffredo Plantageneto, conte d’Angiò per occultare un’escrescenza carnosa. E siccome costui era arbitro delle eleganze a quei tempi, così venne imitato a gara, e quelli che più erano ricchi e potenti, più si arrogavano il diritto di portar lunga la punta.

Starosta: voce slava che vale anziano, cioè il capo o sindaco di un villaggio. Nome storico, già dato ai dignitari polacchi, investiti con potere ereditario del governo di una provincia.

Star sul chi vive: V. Qui vive?

Starter: voce inglese dello sport. Indica il giudico della partenza nelle corse.

State contenti, umana gente, al quia: verso di Dante (Purg. III, 37), nel quale si accenna alla verità rivelata, oltre la quale la ragione del credente non deve andare. Talora così si dice per indicare la sottomissione alle coso quali esse sono, senza volere indagare la loro intima natura, escluso ogni concetto metafisico.

Stateve buono! state bene, formula di saluto e di commiato nel dialetto napoletano: detto anche estensivamente quando si tronca discorso o questione senza beneficio d’intesa.

Statizzazione e statizzare, neologismi abusivi del giornalismo; valgono come socializzazione e socializzare. Non sono tolti, che io sappia, da altre lingue, ma bene possono testificare la libidine del creare voci arbitrarie.

Stato d’anima: formula nuova di cosa antica, tolta dal neologismo francese état d’âme. V. Paolo Bourget, Essais de psychologie contemporaine, pag. 12. V. Le disciple, pag. 168.

Stato d’assedio: è propriamente il reggimento politico a base di anormali, severe e immediate leggi militari, quali sogliono promulgarsi nelle città assediate: sostituzione di leggi militari alle leggi civili che un governo impone in circostanze anormali. Dicesi anche, nel parlar familiare, di transitorie disposizioni di custodia e sorveglianza. Dal francese, état de siege.

Stato di Milano: antica determinazione storica, risorta al tempo dei tumulti del 1898, per significare una tendenza separatista ed autonoma: indi fu ripetuto per dileggio.

Stato interessante (in): V. Interesse.

Statolatra: voce di ibrida formazione, da Stato e [testo greco] = culto, adorazione, (Cfr. l’antica voce latria e idolatria), dunque alla lettera vale adoratore dello Stato. Questo neologismo è d’uso nel linguaggio politico per indicare persona la quale nutre somma opinione e fede nell’azione diretta dell’ente Stato. Statolatra può essere tanto il conservatore come il socialista, ma più comunemente si dice di quei socialisti che vedono salute di riforme soltanto nell’azione del Governo. Socialisti di Stato.

Statolder: (stadhouder) voce olandese che vale capo, governatore dell’antica republica d’Olanda.

Stato maggiore: corpo di ufficiali che presiede all’ordinamento e agli approvigionamenti dell’esercito. Tanto il nome come l’istituto militare sono di provenienza francese (État major). Dicesi per estensione stato maggiore per indicare i capi, i maggiorenti di un partito; ma non si direbbe senza intenzione di lieve ironia.