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Bai — 38 — Ban


Baita: termine lombardo (baîta) il quale indica una speciale forma di capanna costruita sull’Alpe con grosse e rozze pietre formanti un muro a secco, e coperta di lastre d’ardesia. Serve di ricovero e albergo ai pastori nell’estate. Indica altresì quel capanno che i cacciatori fanno nei paludi per attender la caccia (Cherubini). Nel Veneto dicesi báito per indicare la rozza capanna alpestre.

Balayeuse: letteralmente vuol dire la scopatrice: nel linguaggio della moda indica quella frappa che nelle gonne a strascico, come oggi costumano, difende internamente l’orlo e l’adorna: salvagonne o paraveste. V. 'Manteau'.

Balbettone: per balbo, balbuziente, balbettante leggesi negli Scritti inediti o rari di A. Manzoni Vol. V., lettere a N. Tommaseo. Curiosa parola che il Manzoni creò forse per l’idea di attenuare il senso troppo forte delle altre voci sinonimo.

Balipèdio: il terreno ove si fanno i tiri di prova delle artiglierie.

Baliverne: discorso frivolo. Appartiene al novero di quelle parole francesi usate solo dalla gente preziosa e mondana.

Balla: voce lombarda, usata anche nelle altre regioni settentrionali d’Italia, che significa frottola, fandonia., sciocchezza.

Ballast e Balast: voce inglese, usata anche in francese e dai tecnici nella nostra lingua. Indica specialmente quel letto di ghiaia che serve a colmare e trattenere le traversine della via ferrata su le quali si adagiano le rotaie.

Ball-flower: ornamento caratteristico dello stile inglese, ad archi acuti: consiste in una palletta formante il cuore di un fiore.

Ballo: dramma eseguito con danza e pantomina e costantemente accompagnato da musica sinfonica, imitativa, descrittiva, danzante, come Gavotte, Minuetti, Galop, Czardas, Polke, Mazurke, Valzer, Polacche, ecc. Cangiando forme coreografiche e musicali, ebbe voga in tutti i tempi.

Ballo di San Vito: V. Corea.

Ballon d’essai: locuzione giornalistica francese: letteralmente significa pallone di prova per esperimentare la direzione del vento. Figuratamente significa una notizia capziosa data come certa di un fatto di cui ancora si discute, e ciò per saggiare il giudizio del publico e quindi regolarsi in conformità. Per es.: la notizia del trasferimento del prefetto di Milana non è che un ballon d’essai.

Ballottaggio: è il fr. ballottage cioè il secondo scrutinio nelle elezioni politiche. Ballottaggio è voce antiestetica per lo meno, «ma non è possibile cacciarla nè con ragioni nè con lepidezze.» Così il Rigutini.

Balôsa: voce del dialetto romagnola che significa la castagna lessata, caldalesse.

Baloss: voce lombarda e dell’alta Emilia: birbante, furfante, e dicesi anche per celia, col diminutivo balossett, balossetta, l’accrescitivo balossòn e l’astratto balossàda = birbonata.

Balsamino o bersamino: specie di vitigno delle Marche, simile al marzabino di Romagna, così detto per metatesi, e, al marzemino veneto: uva nera, dolce, di molto colore.

Balusco: voce dialettale romagnola da, lusco e losco, detto di guardatura e di occhi guerci o torvi. Il dialetto di Romagna è schiettamente italiano: ciò sia detto per coloro che restringono l’italiano alle mura fiorentine «dalla cerchia antica» del tempo di Cacciaguida.

Bambou: in fr. o più italianamente, bambù, graminacea gigantesca, originaria, dell’India e d’altri paesi caldi (bambula arundinacea).

Banale: per volgare, triviale non è altro che il francese banal perciò è voce ripudiata dai puristi; così dicasi della parola banalità. Vero è che banale oltre il senso di volgare inchiude anche l’altro di usuale, comune, quindi di nessun valore, come appunto in francese. Es. compliment banal, prétexte banal. Banale corrisponderebbe all’italiano bandito, anche pel suo valore etimologico, da ban = bando, cioè lo stendardo (cfr. bandiera) poi il proclama feudale che si faceva mercè il vessillo: banale significa ciò che era di uso publico per effetto di bando, poi ebbe il senso di vulgare, comunale.

Banalità: V. Banale.

Banato: da Ban = Signore, titolo già