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Bel | — 46 — | Bes |
Belvedère: term. mar., vela di velaccio di mezzana. | Belvedere (o Bellavista o Bellosguardo) è bella nostra parola antica che fu data a nobilissime ville, poste in altura onde scopresi molto e bel paese. Voce trasportata anche in francese in significato press’a poco consimile, o di terrazza o di edificio staccato in più bella postura.
Bempensante: letteralmente dicesi di persona che pensa bene, rettamente, secondo la legge; e talora vi è aggiunto un lieve senso ironico, quasi a significare bempensante perchè le condizioni fortunate e fortuite della vita tolsero l’occasione di pensar male.
Bénédictin: fr. benedettino, che oltre a significare il frate dell’ordine di S. Benedetto, indica ancora un rosolio o liquore in origine fabbricato nel convento dei Benedettini a Fécamp, antica industria e conforto di que’ monaci.
Beneficio d’inventario: locuzione giuridica che significa la condizione posta dall’erede alla sua accettazione della eredità di non essere tenuto ne’ debiti ereditari oltre l’ammontare dell’attivo quale risulta da diligente inventario. Da ciò la locuzione: accettare idee, affermazioni, cose, etc. col beneficio d’inventario cioè condizionatamente e dopo ponderato esame del pro e del contro.
Benemerita (la): così è chiamata l’arma dei Reali Carabinieri, un po’ sul serio un po’ per celia, per le benemerenze acquistate con l’opera sua. Termine popolare e molto comune.
Beneviso e benviso: e così maleviso, per benveduto e malveduto sono parole riprovate dal Rigutini. Certo formano un doppione inutile.
Bengalino: o fr. bengali, specie di fringuello delle regioni tropicali, così detto dal Bengala, regione onde prima provennero. | Bengali è anche detto l’idioma del Bengala (India) derivato dal sanscritto.
Benignarsi: per degnarsi, compiacersi è dal Rigutini definita «una ridicola leziosaggine».
Ben inteso: nel senso di purchè, a patto che, se, etc, è il francese bien entendu: difeso dal Viani, riprovato dal Rigutini.
Benportante: V. Bien portant.
Benzöe: (asa dulcis) resina balsamica che cola da un albero dell’India, detto Styrax benzoin.
Bèola, Bèvola = gneiss. Bèola o Serizzo è appunto il nome dialettale del gneiss (dal tedesco Gneiss), una roccia molto affine al granito, formata com’esso di quarzo, feldspato e mica, ma schistosa, cioè sfaldabile più facilmente in una direzione. A Milano si adopera tale pietra specialmente per fare i gradini delle scale, i piani dei poggiuoli, etc.
Bèrberi: nome dato alle antichissime popolazioni (aborìgeni) delle coste settentrionali dell’Africa.
Berceau: pergolato, voce francese di molto uso: incerta etimologia.
Berceuse: in fr. ninna nanna, l’aria musicale della ninna nanna. Specie di componimento musicale.
Bergamina: mandra di mucche; term. lombardo, così detta dalle Alpi bergamasche e della Valsassina onde calano al piano, al tempo di verno, per la pastura.
Berretto frigio: berretto de’ Giacobini e de’ Sanculotti al tempo della grande rivoluzione. In francese, bonnet phrygien, di cui il cucuzzolo è ripiegato innanzi. Così è pur chiamato il berretto onde è effigiata la Libertà. Berretto frigio diventò poi sinonimo delle idee di cui fu simbolo e segno.
Bertoldo: nome proprio nel popolare racconto di Bertoldo, Bertoldino di G. C. Dalla Croce 1550-1620: ted. Berthold: usasi estensivamente e familiarmente per uomo sciocco e da poco.
Bésy o bésigue: è francesemente detto, il giuoco della bàzzica. La quale è una specie di briscola, benchè più complessa e difficile. V. le norme e le specie nel Gelli, op. cit.
Besicles: sono quelli che in italiano si chiamano occhiali a stanghetta. Parola francese, dal latino bis = due volte e oculus = occhio.
Bestia: nome di un conosciuto giuoco d’azzardo, d’origine francese: bête, che si giuoca in quattro o in cinque distribuendo cinque carte a ciascuno e levando la briscola.