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somma che piccolo, ben lavorato, gentile può essere onorato dell’epiteto di bijou. Gli editori ad uno speciale formato piccino ed elegante, danno il nome di formato bijou: una volta dicevasi formato diamante. Noi abbiamo ancora viva la bella parola galanteria. Es. «quella giovanetta come è graziosa! Una galanteria!». La parola francese fu tradotta in bigiù, bigiottiere, bigiotteria, e anche registrata.

Bilancella: sul lido tirreno così è chiamata una specie di felùca ad una sola vela latina con fiocco, di piccolo tonnellaggio e serve per lo più di trasporto tra liti vicini (piccolo cabotaggio). 11 trabàccolo romagnolo è a due vele al terzo e di maggior portata: può arrivare sino alle 200 tonnellate o 250. La bilancella dicesi anche Paranzella.

Bill: voce parlamentare inglese e vuol dire progetto di legge. Deve esser letto tre volte, approvato dalle due Camere, sancito dalla regina o dal re e allora diviene legge. Per la etimologia cfr. il latino bulla, italiano bulletta, francese billet, da bullet. Più frequentemente questa voce ricorre nella locuzione bill di indennità, la quale dal parlamento inglese provenne al linguaggio parlamentare di Europa e si dice della sanatoria che la Camera concede ai ministri per qualche loro atto illegale, ma richiesto dalle necessità. I diz. francesi notano questa voce.

Bio: forma dialettale veneta usata nelle esclamazioni per non dire con intero suono il nome che le Sacre Carte avvertono non doversi pronunciare invano.

Biologia: gr. bios = vita e logos = discorso, scienza che studia i rapporti che intercedono fra gli organismi e il luogo e il modo in cui vivono; fra gli uomini della presente e quelli dello passate età.

Bipede implume: dicesi facetamente dell’uomo. Ma la definizione è antichissima ed è attribuita a Diogene, il quale — avendo Platone definito l’uomo animal bipes sine pennis — arrecò nella scuola del gran filosofo un pollastro spennato, dicendo «questo è l’uomo di Platone». Ciò leggesi in Diogene Laerzio (De clar, philosoph. vitis, dogmatibus, etc., lib. VI. 2, 40).

Birraria: è modo comunemente riprovato per birreria: mèscita di birra.

Bisatro: corruzione dialettale di una parola bisciatto, da biscia: nome dato dai pescatori dell’Adriatico (litorale veneto e romagnolo) alle piccole anguille.

Bischero: V. Appendice.

Biscuit: letteralmente biscotto (bis coctus = due volte cotto) e così i francesi chiamano oltre al biscotto, pane, una pasta di porcellana due volte cotta e lasciata nel suo bianco naturale senza pittura, nè vernice, nè smalto. Es. una statuetta di biscuit.

Bis dat qui cito dat: motto latino che significa: chi paga subito è come pagasse due volte. Cosa vera dai tempi romani ad oggi!

Bisecare: (dal lat. bis = due volte e secare = tagliare, cfr. segare, sega) dicesi nel linguaggio geometrico della retta — bisettrice — che divide un angolo in due altri uguali.

Bisettrice: V. Bisecare.

Bis in idem: motto latino che significa due volte nella istessa cosa. Si dice specialmente di chi cade nello stesso errore.

Bissare: dal lat. bis, due volte, quindi ripetere una seconda volta, e nel linguaggio teatrale è voce non solo usatissima ma necessaria. I dizionari non la registrano, il Fanfani la riprova. Certo non è parola germogliata dalla lingua italiana ma tolta dal francese bisser. Ma quante sono le parole che noi usiamo e che hanno questa origine? Infinite. Se le dovessimo espellere tutte, sarebbe un affar serio farsi intendere anche fra noi!

Bissòna: gondola bella e grande di Venezia, in uso allo regate e nelle cerimonie tradizionali di quella città. Voce dialettale, estesa al comune linguaggio; così detta, forse, perchè era in antico ornata di bisso. Naviga a molti remi.

Bistecca: V. Beef-steak.

Bitta: terni, mar., sistema di due colonne di legno o di ferro, piantate a prua dello navi, spesso rafforzato con traverse: servono a dar volta agli ormeggi delle ancore, a sostegno del molinello por salpare, etc.

Bitter: voce generica di liquore, di ori-

A. Panzini, Supplemento di Dizionari italiani. 4