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il bacio di lesbia 17


Non solamente gli Dei e le Dee avevano accolto l’invito di venire a Roma, ma anche le Muse alessandrine, e tutte decorate erano venute, ed era arrivata la carta alessandrina a formare «i volumi» attorno a un bastoncello con brighe porporine.


Insieme con le Muse alessandrine vennero in Roma alcune fanciulle che portavano bei nomi alla moda, e di Làlage, e di Lidya, e di Leuconoe. Oppure nomi derivanti dagli astri piú luminosi quali il sole e la luna: tali suonano i nomi di Dèlia e di Cynthia. Sapevano ballare danze sacre e profane, cantare canzonette leggiadre: far fremere le corde alle arpe e alle cetre. Erano intellettuali. Piú la civiltà si faceva piena e piú esse aumentavano; come le vespe quando l’uva diventa dolce.

Trovarono grazia, non solo fra i giovani, ma fra uomini maturi, gente politica e di studio. Le gravi matrone corsero in concorrenza.

Queste amabili fanciulle riempiono anche molte odi del caro poeta Orazio.

Ora queste fanciulle son tutte morte, e chi sa se questa terra di Roma, dove cosí riccamente germogliano le rose, tale non sia anche per le belle creature che quivi furon sepolte?